tag:blogger.com,1999:blog-2724814749523316052024-03-13T15:38:23.403+01:00Geppe e dintorniQuasi tutti gli informatici tengono un blog. Troppi giornalisti si dedicano a un blog. Quale amenità aspettarsi da un giornalista che si occupa di informatica e decide di darsi al blog?Giuseppe Gogliohttp://www.blogger.com/profile/15878373380845994882noreply@blogger.comBlogger59125tag:blogger.com,1999:blog-272481474952331605.post-33886795777704719992015-09-07T16:38:00.000+02:002015-09-07T16:38:56.131+02:00Copia il refuso e taglia la credibilità<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiZKUJIJYPW-zejJO6DcLz7EptVmgDiWDXek38wwYxF3dDzGVsfDsR7JGK4IYEix9rPNiuIxGb96VoxAlhBppwXu5q0OcG5892TZ3yZdNKbfqY8ATjq5hcDLr2lFTafL78ZS6UptLcb-Lo/s1600/Clip0001.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="368" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiZKUJIJYPW-zejJO6DcLz7EptVmgDiWDXek38wwYxF3dDzGVsfDsR7JGK4IYEix9rPNiuIxGb96VoxAlhBppwXu5q0OcG5892TZ3yZdNKbfqY8ATjq5hcDLr2lFTafL78ZS6UptLcb-Lo/s400/Clip0001.jpg" width="400" /></a></div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Nel gioco al ribasso sulla qualità dei prodotti spacciati come articoli di giornale, il Copia & Incolla è l'arma preferita da chi ritiene importante prima di tutto affidarsi a presunti giornalisti, dove l'aspetto più importante è pagare il meno possibile.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Un nuovo appoggio a questa tesi arriva da La Provincia in versione varesina. </span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Qua, in occasione dell'apertura al pubblico della collezione Ogliari appena trasferita da Ranco a Volandia, il relativo comunicato stampa contiene un doppio refuso nello spazio di poche parole. </span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Nessun problema per lo sprovveduto di turno, pronto a spacciare per informazione un testo scritto da altri senza nemmeno preoccuparsi del malcapitato lettore e dedicare qualche minuto a una rilettura. </span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">A meno che, nel rispetto della missione di indurre il lettore a porsi delle domanda leggendo un testo, si sia intenzionalmente lasciata la storpiatura del marchio <b>geep</b>, forse un nuovo modello di vettura italo/statunitense frutto della fusione tra il nome originale <b>Jeep </b>(chiedere il maiuscolo potrebbe sembrare troppo) e la pronuncia nostrana. </span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Per scongiurare qualsiasi dubbio sulla credibilità dell'autore, la datazione della risalente a 1975 anni fa, <b>nell'anno 40,</b> per la precisione. Rigorosamente, senza quei dettagli per pignoli come possono sembrare gli apostrofi.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span>Giuseppe Gogliohttp://www.blogger.com/profile/15878373380845994882noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-272481474952331605.post-43431297533066782872015-07-17T14:30:00.000+02:002015-07-17T14:30:40.138+02:00Sparare sulla Cancelliera, passione più forte delle frontiere<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiI0-3e4kdmL3zmRFUkBcO2Tg5sDDurARn1-rkEjyxeXxLP8d1xMBJfBquERqy4G23_Q5qTd-tWsuwAsSHJLZehiw-eUl5tTSFqn0zjKkHuQxZy4MTy21TVqqWcevRwm4KVPIJALkseBnQ/s1600/Clip0001.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiI0-3e4kdmL3zmRFUkBcO2Tg5sDDurARn1-rkEjyxeXxLP8d1xMBJfBquERqy4G23_Q5qTd-tWsuwAsSHJLZehiw-eUl5tTSFqn0zjKkHuQxZy4MTy21TVqqWcevRwm4KVPIJALkseBnQ/s400/Clip0001.jpg" width="377" /></a></div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Sparare sulla signora Merkel è una delle attività preferite dagli italiani negli ultimi tempi. Una passione condivisa con tanti altri patiti del genere su scala internazionale. </span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Nel pieno rispetto di un campo dove l'Italia non teme rivali, ogni scusa è buona per sostenere la propria causa e scagliarsi contro il nemico di turno. Poco importa se dietro ci stia effettivamente una verità, l'importante è convincersi di una buona ragione per sparare il colpo.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Per disgrazia degli italiani, i giornalisti non sono esenti da tutto questo, Invece di offrire esempio di buon senso e credibilità, spesso non esitano a buttarsi nella mischia. I risultati a volte sono curiosi, altre volte volte divertenti, in alcuni casi imbarazzanti.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Questa volta tocca all'edizione online de La Stampa spiccare dalla melma di una notizia, o presunta tale, pronta a crescere senza controllo fino a diventare una enorme nuvola di fumo. Forse la stessa dove tanti annegano i sensi prima di scrivere. </span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">L'idea che la poco diplomatica Cancelliera tedesca ne avesse combinata una particolarmente grossa era troppo allettante per lasciarsela sfuggire a passare dalla parte dei giusti senza tanta fatica e ancora meno rischi se non quelli di un click. La malcapitata infatti, è stata accusata di aver fatto piangere una bambina con una frase di una durezza capace di andare addirittura oltre la cadenza naturale della lingua tedesca. Situazione decisamente riprovevole, un assist troppo facile per essere ignorato.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">La notizia ha presto conquistato i titoli di testa ovunque nel mondo online. Di verificarne l'attendibilità, nessuna tentazione. Se a questo si aggiunge una buona dose di superficialità ecco che la malcapitata, o provvidenziale a seconda dei punti di vista, ragazzina da palestinese, spunto in più per specularci, diventa libanese, con il risultato di distrarre l'attenzione dal colpo a effetto verso la ricostruzione di un complicato legame tra Libano e profughi.</span><br />
Giuseppe Gogliohttp://www.blogger.com/profile/15878373380845994882noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-272481474952331605.post-58323875542067799112015-06-03T09:27:00.001+02:002015-06-03T09:27:33.887+02:00La sfortuna di un destino fai da te scritto nel nome<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEipCubpaEp7CuLCiZF6S50RK12MBUDpNdCFrfsBh9zobNghyoSa-t36mDAK8i4ZDZHD32WPQva8nTGdLfc9HIYfSThjnZ779zBO8Qu1hCFIDHNhUiHwVkU_AtJvFds9pDpzbYgZx0cnFgk/s1600/Shot0001.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEipCubpaEp7CuLCiZF6S50RK12MBUDpNdCFrfsBh9zobNghyoSa-t36mDAK8i4ZDZHD32WPQva8nTGdLfc9HIYfSThjnZ779zBO8Qu1hCFIDHNhUiHwVkU_AtJvFds9pDpzbYgZx0cnFgk/s400/Shot0001.jpg" width="357" /></a></div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Trascinato dall'entusiasmo per la notizia, c'è solo da sperare che l'autore del titolo di Ansa.it non l'abbia fatto apposta.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Per quanto riguarda lo sfortunato animale, forse chi l'ha chiamato così a suo tempo ci aveva visto molto di più di quanto potesse lasciare intendere.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Quando si dice, un destino scritto nel nome. Per il povero pesce non resta che provvedere da solo ai propri istinti. </span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span>Giuseppe Gogliohttp://www.blogger.com/profile/15878373380845994882noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-272481474952331605.post-63368836359496964022015-05-28T15:57:00.003+02:002015-05-28T15:57:18.053+02:00Tira e molla a prova di nervi dentro una tazzina di caffè<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj5VBDIC1IFoJfQqafKk_4LLDj6X_dug_mCTS-SRBTr86Jl4Z-lR7fTTFnu5WvQDjdiBGb6oodssMV-sjwUKXQuV_kNy4D9yVpawxSu_wCuv2qbDK8pU5oeveqLC0tfJhTMXGk6stqyDKM/s1600/caffe1.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj5VBDIC1IFoJfQqafKk_4LLDj6X_dug_mCTS-SRBTr86Jl4Z-lR7fTTFnu5WvQDjdiBGb6oodssMV-sjwUKXQuV_kNy4D9yVpawxSu_wCuv2qbDK8pU5oeveqLC0tfJhTMXGk6stqyDKM/s200/caffe1.jpg" width="181" /></a><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Troppo caffè, è convinzione diffusa renda nervosi. Da come è stato trattato il caffè da presunti giornalisti negli ultimi giorni, sul'orlo di una crisi di nervi rischiano però di trovarsi i malcapitati lettori. Nel giro di pochi giorni, pur di copiare & incollare a tempo di record su un argomento molto mediatico, sono infatti uscite tre notizie diametralmente opposte.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">La trilogia del delirio da pubblicazione inizia il 25 maggio, con un grande conforto per tanti uomini. Notizia troppo allettante per essere ignorata, dalla facile presa, il caffè può essere un ottimo surrogato della pillola blu.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjRvgbzanBGMkOKHxkQnwcABtvfjhXR7cddm47_Ms9JWnTxwk8xd4R03mi7hr5NAuXtiPK-GcfP6L4WHpqaGV48Q7nw3digf4W6RgiYREVHt5JOCkmq7B4WgsNax7fNeZthendKeyokwtw/s1600/caffe2.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><img border="0" height="190" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjRvgbzanBGMkOKHxkQnwcABtvfjhXR7cddm47_Ms9JWnTxwk8xd4R03mi7hr5NAuXtiPK-GcfP6L4WHpqaGV48Q7nw3digf4W6RgiYREVHt5JOCkmq7B4WgsNax7fNeZthendKeyokwtw/s200/caffe2.jpg" width="200" /></span></a></div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">A far festa, il giorno dopo, non solo venditori di caffè e baristi, ma soprattutto i farmacisti, pronti a rifarsi per il potenziale calo nelle vendite della magica pastiglia con un'esistenza prolungata dei propri clienti più importanti.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Un nuovo studio associa infatti il caffè a una sorta di elisir di lunga vita, grazie a una robusta dose di caffeina tutti i giorni.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhNMxyLJrCtvMhL1xBLelh9Axhv3M1LjvzJ59qoS-KdBvUWYCKZQoMQzAim2e6cO_qekn16geNsSE0Rgkbt0nGrWi6bEifiav5T1-3LExpytuZgqa41tEx0i6HfGrXMD4hzHrn-qI0euGg/s1600/caffe3.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhNMxyLJrCtvMhL1xBLelh9Axhv3M1LjvzJ59qoS-KdBvUWYCKZQoMQzAim2e6cO_qekn16geNsSE0Rgkbt0nGrWi6bEifiav5T1-3LExpytuZgqa41tEx0i6HfGrXMD4hzHrn-qI0euGg/s200/caffe3.jpg" width="193" /></a></div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Euforia collettiva destinata a durare poco però. Solo pochi giorni dopo arriva una vera e propria doccia fredda, ristretta.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Chi nei giorni precedenti aveva già fatto scorta di miscele assortite, mogli e amanti in prima fila, in previsione di nottate di festa senza scadenza, si è trovato di fronte a un improvviso razionamento del desiderio.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Fissato in quattro il limite della sicurezza, non resta che rientrare nei ranghi per quanto riguarda il numero di tazzine assimilata al giorno. Augurandosi di vedere inclusi anche gli autori degli articoli tra chi chiamato a darsi una regolata</span>Giuseppe Gogliohttp://www.blogger.com/profile/15878373380845994882noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-272481474952331605.post-42531241659565438842015-05-11T10:34:00.001+02:002015-05-11T10:36:21.130+02:00La raffinatezza della speculazione alle spalle di Expo 2015<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgrJ7aFWNrTDn1urq2sEos0Gz2Jmm80ZAO9HcbnZyjtmM8laZFj88yoX8vUZvokMdVc1qjNmGHR5JMEzwuc7x9AS3Z2j7orderV9NCl3hWY5BSccl0c4nX7-ZD9rsbrCDCJuZmehQR1qwE/s1600/Clip0002.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgrJ7aFWNrTDn1urq2sEos0Gz2Jmm80ZAO9HcbnZyjtmM8laZFj88yoX8vUZvokMdVc1qjNmGHR5JMEzwuc7x9AS3Z2j7orderV9NCl3hWY5BSccl0c4nX7-ZD9rsbrCDCJuZmehQR1qwE/s400/Clip0002.jpg" width="338" /></a></div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Parlare di bufale e disinformazione su Facebook è ormai peggio che sparare sulla Croce Rossa. </span><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Il vero danno per l'informazione, è proprio l'arroganza con cui sempre più spesso ogni situazione, purchè a elevata visibilità mediatica, viene strumentalizzata per fini personali.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">In questo momento, niente può essere meglio di Expo 2015 per chi non chiede meglio che ottenere un po' di pubblicità a buon mercato.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Facile quindi per gli autori di Ciboprossimo accusare l'evento di rinnegare sin dalle origini il proprio credo, accusandolo senza appello di aver strappato </span><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">terreni dichiarati senza esitazione come agricoli, in favore di quella che piace tanto definire speculazione.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Utile probabilmente La raffinatezprecisare, come in realtà l'unica speculazione sia da parte di chi prova a spacciare per agricoli terreni dove per decine di anni ha invece operato una raffineria grande come una città. </span>Giuseppe Gogliohttp://www.blogger.com/profile/15878373380845994882noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-272481474952331605.post-85038318129871864632015-04-30T16:14:00.001+02:002015-04-30T16:18:38.404+02:00Svalutazione di una tragedia<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi38LjaXfZiEe_oy7yUN7XTj8keNOq67zlsqPLwqFwCPnmwg9uKlwBV3n8wHn5b8y89SiMY12qP19-sVj1mOoDhgJaqAZCakzkqpmXuCikcdhs9uVTw-DYkq_48imnfDFju3xzdO7cEd0k/s1600/Clip0001.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi38LjaXfZiEe_oy7yUN7XTj8keNOq67zlsqPLwqFwCPnmwg9uKlwBV3n8wHn5b8y89SiMY12qP19-sVj1mOoDhgJaqAZCakzkqpmXuCikcdhs9uVTw-DYkq_48imnfDFju3xzdO7cEd0k/s1600/Clip0001.jpg" height="400" width="353" /></a></div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Per quanto sia un mestiere dove si lavora sempre sotto pressione, l'ansia da prestazione di alcuni giornalisti, colpisce ancora. E colpisce molto male, ai limiti del buon gusto e forse un pochettino oltre.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Soprattutto quando di mezzo c'è la vita di migliaia di persone e il futuro di altrettante, un minimo di attenzione non guasterebbe.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Pensare che bastino 3,5 milioni a risolvere la tragedia del Nepal è nella migliore delle ipotesi una mancanza di rispetto per i diretti interessati.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Per non parlare dei lettori, ma quelli ormai sono carne da click, da pescare all'amo con qualsiasi artificio usato come esca.</span>Giuseppe Gogliohttp://www.blogger.com/profile/15878373380845994882noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-272481474952331605.post-14192965846698898302014-03-10T14:28:00.001+01:002014-03-10T14:29:43.035+01:00Un sogno al cospetto di sua maestà<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjQWb_t2DYylunVFS-7flpdI2wieggk3BneUj2LBLtfp78mFO77DDWXKzqoRnvR6u3wqWiHatMChR36XvSRPgcsOx0UWdf6mdZBMnefXz-h2OiRaMd4HXSwpuATR5x8SzIzoi0pewP25B4/s1600/Stelvio+2012.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjQWb_t2DYylunVFS-7flpdI2wieggk3BneUj2LBLtfp78mFO77DDWXKzqoRnvR6u3wqWiHatMChR36XvSRPgcsOx0UWdf6mdZBMnefXz-h2OiRaMd4HXSwpuATR5x8SzIzoi0pewP25B4/s1600/Stelvio+2012.jpg" height="200" width="133" /></a></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Una notte agitata passata a rigirarsi nel letto in attesa
dell’ora di alzarsi una volta per tutte è il prezzo minimo da pagare a una
giornata memorabile. Per questo, la difficoltà a prendere sonno e il continuo
svegliarsi quella domenica non erano particolarmente fastidiosi. Dopo anni
passati a sognare, il rinvio di dodici mesi prima e la lunga preparazione dei
mesi precedenti, finalmente il momento di affrontare in bicicletta il Passo
dello Stelvio era arrivato. Per evitare ripensamenti o la tentazione di cedere
a imprevisti, la scelta è caduta sulla partecipazione al Mapei Day, la
manifestazione agonistica aperta anche ai semplici cicloturisti desiderosi di
mettersi alla prova in cambio di poter realizzare un sogno. D’altra parte, la
prospettiva di affrontare i mitici tornanti con le strade chiuse al traffico e
in un gruppo di qualche migliaio di ciclisti offre uno stimolo di più.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">In attesa del suono liberatorio della sveglia, ripassano per
la testa i momenti dell’ultima movimentata settimana. La piccola crisi di
lunedì, appena arrivato in altitudine, scoppiata proprio all’imbocco dell’ultima
salita, aveva insegnato ad affrontare con la dovuta attenzione le improvvise
correnti d’aria fredda che si possono incontrare appena scollinati da
un’altura. A sua volta, la salita di venerdì al Passo di Foscagno era tornata
utile a ritrovare l’ottimismo e la convinzione di riuscire ad arrivare ai <st1:metricconverter productid="2.750 metri" w:st="on">2.750 metri</st1:metricconverter> del valico
più alto d’Italia e a capire l’abbigliamento più adatto a un’arrampicata in
montagna.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Mentre dagli oblò del camper filtrano le luci del giorno,
intorno si comincia a sentire un certo movimento. Nell’area di sosta cominciano
ad affluire sempre più automezzi dai quali esce una moltitudine di persone
pronte ad affrontare la scalata. </span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Quando finalmente la sveglia si decide a suonare è quasi una
liberazione. Prima cosa, lo sguardo fuori per vedere il tempo. Non c’è rumore
di pioggia, ma anche eventuali nuvole di primo mattino potrebbero essere un
segnale preoccupante. Invece, il cielo segna un punto a favore: qualche cumulo
in lontananza, ma niente da apparire preoccupante e ben lontano dalla direzione
del valico. </span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Senza fretta, cercando di fare meno rumore possibile per non
svegliare i familiari, ma forse anche per non rompere l’incantesimo che si è
già creato o la paura di rovinare il momento tanto atteso, bisogna dare il via
ai preparativi. È il momento di fare colazione. Abbondante, ma non eccessiva;
negli ultimi tempi rispetto al passato la resistenza sugli sforzi prolungati
sembra aumentata, così non c’è più il bisogno di incamerare una quantità
esagerata di calorie. Oltre al latte con i cereali, una banana è più che
sufficiente prima del caffè. </span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Conclusa l’incombenza, è il momento di pensare al materiale.
Prima di tutto, un ultimo controllo al sacco da consegnare al raduno di
partenza, con i vestiti di ricambio da ritirare all’arrivo. Vista
l’opportunità, meglio andare sul sicuro e inserire, oltre a una maglietta
asciutta, pantaloni lunghi e guanti pesanti. Il giubbotto da discesa invece,
troverà posto nella tasca della maglia, casomai strada facendo la temperatura
dovesse scendere eccessivamente. In realtà, è stato tutto accuratamente pronto
dalla sera prima, ma è un modo come un altro per far passare il tempo e
cominciare ad assaporare l’emozione della giornata.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Anche la coprotagonista della giornata, la bicicletta, è già
pronta. Aspetta paziente sul portabiciclette di accompagnarmi in questa
avventura, protetta dal telo per la pioggia. Con ancora più attenzione del
solito, quasi con la paura di poterla danneggiare, <st1:personname productid="la Colnago" w:st="on">la Colnago</st1:personname> sognata fin da
bambino e compagna ideale per una tale avventura tocca terra pronta all’ultima
breve verifica, pur sapendo che è tutto a posto sin da ieri sera, compreso il
numero <st1:metricconverter productid="2019 in" w:st="on">2019 in</st1:metricconverter>
bella mostra davanti al manubrio.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Lo stesso collocato anche sulla maglia. Non quella ufficiale
della manifestazione, già di per sé un bellissimo ricordo, ma quella in
windstopper in grado di offrire maggiore protezione in caso di vento freddo.
Prima della vestizione però, una puntata veloce al raduno di partenza per
consegnare il sacco con gli indumenti. L’idea è di presentarsi alla griglia
poco prima del limite massimo, per avere il tempo di un adeguato riscaldamento.
La prima preoccupazione infatti, è l’incognita di affrontare una salita così
impegnativa con una partenza praticamente a freddo, la ragione principale delle
crisi patite in passato sulle grandi salite. </span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">La piccola commissione riesce senza problemi,
l’organizzazione si presenta subito ai massimi livelli, così resta solo concentrarsi
per affrontare i mitici 40 tornati che dal centro di Bormio porteranno al
valico. Fatto ritorno al camper, resta ancora qualche minuto prima di
prepararsi al via. Giusto il tempo di osservare la frenesia nel frattempo
creatasi in tutto il paese, con ciclisti e podisti di tutti i tipi: dai più
esagitati smaniosi di conquistare la prima fila, ai gruppi pronti a lanciarsi
sfide e sfottò, fino ai tantissimi appassionati preoccupati più del traguardo
che del cronometro.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Finalmente, il momento di montare in sella arriva. Alla
partenza mancano ancora tre quarti d’ora, il tempo sufficiente a salutare con
calma le mie tre più appassionate tifose e cominciare a pedalare lungo le vie
periferiche del paese per sciogliere i muscoli. La temperatura appare ideale,
fresca al punto da consigliare di
presentarsi al via con il giubbotto e di conseguenza affrontare la salita senza
soffrire eccessivamente il caldo. Dopo aver girato intorno al paese per cinque
volte, arriva il momento di unirsi alla corrente dei ciclisti che dai vari
posteggi convergono verso il centro città. La via per la griglia di partenza,
l’ultima, quella dei semplici appassionati in sfida con sè stessi, è già
libera. Sono tutti fermi in gruppo, in attesa del via previsto non prima di
venti minuti. Torna quindi particolarmente utile per completare il
riscaldamento, e scaricare la tensione, il parcheggio di un supermercato prima
e quello più grande della scuola elementare dopo, proprio in prossimità del
ritrovo. Da qui, la voce dello speaker arriva flebile, quasi deformata, ma il
messaggio è chiaro: il momento della partenza si avvicina e, anche se in fondo allo
schieramento manca l’ansia della prestazione, la tensione è comunque evidente. </span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Dai rumori e dagli incitamenti provenienti dalla linea di
partenza appare chiaro come l’istante fatidico sia ormai prossimo. Mentre gli
agonisti sono già sulle prime rampe, noi siamo ancora in attesa di dare il
primo colpo di pedale, ma nessuno sembra avere fretta di partire. Forse, non
sono l’unico a provare qualche brivido. Non tanto la paura di non farcela,
quanto quella dell’imprevisto, quel qualche cosa di irrazionale in grado di
compromettere la giornata.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Tra un pensiero e l’altro il lungo serpentone finalmente si
mette in moto e arriva anche il nostro turno. Sfilando per le vie strette del
centro di Bormio, la voce dello speaker si avvicina, ma in realtà siamo noi ad
avvicinarsi allo striscione di partenza, tra l’incitamento di un buon numero di
persone. Già, il pubblico. Uno degli elementi finora completamente ignorati.
Difficile immaginare che qualcuno sia lì per me o di essere il destinatario di
un incitamento, eppure le voci anonime che si alzano da dietro le transenne
rendono ancora più forte il brivido lungo la schiena al momento in cui scatta
il segnale acustico del passaggio alla partenza. Il segnale che l’avventura è
iniziata.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Prima ancora del via la strada ha già iniziato a salire;
sono quaranta i tornanti da superare per arrivare al traguardo, distribuiti su
diverse serie intervallate da lunghi tratti che si arrampicano in costa e si
addentrano nella valle.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">I primi tornanti arrivano dopo poche decine di metri, tra le
grida ancora forti del pubblico, anche se iniziano presto a diradarsi, come gli
scambi di battute tra le coppie e i gruppi di amici che affrontano l’avventura
insieme. Nel giro di neanche un chilometro però, lo scenario cambia
radicalmente. Quasi senza rendersene conto, la pendenza subito impegnativa
toglie le parole di bocca a quasi tutti i ciclisti. Mentre i respiri si allungano
e prendono gradualmente il sopravvento sulle parole, si fa presto a rendersi
conto di come a bordo strada non siano rimasti che gli alberi ad accompagnare tutti
noi. Dopo l’entusiasmo, le grida, lo speaker, le battute e il vociare della
partenza, ora regna il ritmo delle pedalate, il rumore delle ruote e degli
ingranaggi delle biciclette, interrotto dalle poche sillabe di chi ancora ha
voglia di scambiare battute con i vicini. </span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">È in questo momento che ci si rende conto di trovarsi da
soli contro lo Stelvio. Anche se in mezzo a centinaia di persone, si può
contare solo sulle proprie forze, misurare le proprie energie e procedere
pensando solo a raggiungere il traguardo. Non conta chi sorpassa, chi diventa
necessario sorpassare per non perdere il ritmo, l’importante è riuscire a
ingranare, far girare i pedali il più possibile ma senza consumare più energie
del dovuto. </span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">La prima serie di tornanti all’uscita da Bormio è già
lontana. Il fondovalle inizia ad allargarsi e ad apparire più lontano. Dopo il
bivio di Bagni Vecchi, il primo cambio di pendenza, il punto dove lasciare il
21 per passare al 23; il rapporto più agile e, soprattutto, il penultimo della
serie. In pratica l’ultimo, visto che il restante <st1:metricconverter productid="26 ha" w:st="on">26 ha</st1:metricconverter> più che altro un
effetto placebo: la certezza di poter contare su un ulteriore rapporto in caso
di emergenza fa bene al morale. </span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Intanto la strada sale, l’assenza del traffico rende
l’atmosfera ancora più suggestiva e gli scambi di parole sono ormai ridotti al
minimo. La salita prosegue in costa, si addentra nella Valle del Braulio
fino a chiudere alle spalle la vista
sulla Valtellina. I primi chilometri sono alle spalle, il ritmo è buono e tutto
sembra andare per il meglio, ma la vetta è ancora lontana, molto lontana per azzardare
previsioni.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">La valle intorno si stringe, le cime delle montagne sono
nascoste dietro ripide pareti di roccia; inutile trovare conforto nel panorama
alpino. Per adesso l’importante è tirare dritto, distrarsi cercando di capire
tra i compagni di avventura quanti possono fare almeno la mia fatica e poter
pensare che se ce la fanno loro allora l’obiettivo non è così lontano.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Dopo una serie di curve all’apparenza tutte uguali,
finalmente un primo cambio di scenario. Una breve serie di tornanti ravvicinati
offre una visione nuova del tratto di strada percorso e di quello subito
successivo. In mezzo, il primo rifornimento: un ottimo diversivo, importante
anche a non restare a secco di energie. Già da diversi minuti mi chiedo se sono
io il solo a soffrire la salita in questo modo; sembro l’unico a sentire
continuamente bisogno di prendere in mano la borraccia per bere, mentre per
tutti gli altri il segno più evidente della fatica è il respiro che
inesorabilmente si allunga.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Superati i tornanti, arriva uno dei tratti più caratteristici
dello Stelvio. In condizioni normali, la successione di gallerie non illuminate
scavate nella roccia rappresenterebbe un pericolo, ma in assenza di traffico e
grazie ai gruppi elettrogeni posizionati per l’occasione, si trasforma presto
in un ricordo unico. All’imbocco della prima galleria, lo scenario si apre
all’improvviso, con un serpentone di ciclisti all’apparenza infinito. In altre
situazioni avrei invidiato chi è avanti chilometri rispetto a me, invece ora
sono contento di dover ancora affrontare quelle rampe, di dovere ancora vivere
una parte dell’avventura.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Fino a ora tutto sembra andare per il meglio. I pedali
girano a dovere, la stanchezza resta ampiamente entro limiti sopportabili e il
clima si rivela un prezioso alleato con una temperatura ideale e senza il
temutissimo vento gelido.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">È ora del secondo rifornimento. Sono già passati altri
cinque chilometri e questo significa essere praticamente a metà. L’entusiasmo
però si frena presto davanti alla cruda realtà. Prima del rifornimento vanno
superate alcune rampe e i primi tornanti della serie simbolo dello Stelvio.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Soprattutto, a smorzare i facili entusiasmi è il cartello
posto a bordo strada. La rampa in avvicinamento è il punto di massima pendenza
e il 14% bene in mostra richiama tutti alla realtà. Eppure è proprio questo il
momento decisivo. Mentre la reazione più o meno diffusa all’imbocco della rampa
è un lasciarsi andare a imprecazioni più o meno colorite, favorite dalla
ridotta lucidità accentuata dalla quota, mi sorprendo a lasciarmi sfuggire di
bocca un “figata!”. Al costo di passare per mezzo matto tra i miei accidentali
compagni del momento, è proprio per questo che son qua e ora il momento è
arrivato. Nel contempo, mentre intorno a me scorgo netta una sensazione di
difficoltà diffusa, non appena mi alzo sui pedali mi trovo a tenere un ritmo
decisamente superiore agli altri. Quasi intimorito, mi impongo di rallentare
per paura di non reggere fino alla fine, ma il tornante che segna la conclusione
del tratto più duro arriva quasi senza accorgersene. Quasi come liberato da una
zavorra, da quel momento tutto sembra girare al meglio, come un motore liberato
dalle scorie e finalmente libero di esprimersi al meglio. </span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Una sosta al rifornimento è indispensabile per riempire la
borraccia ormai vuota. La tentazione di mangiare anche qualcosa è forte, ma il
rischio di una digestione laboriosa è più forte e decido così di proseguire
dopo un bicchiere di coca cola e niente più. Anche perché lo sguardo è ormai da
qualche tempo fisso su quella serie di tornanti. In altre situazioni farebbero
paura, farebbero sorgere timori, ma ormai i dubbi sembrano svaniti e il
sentimento dominante è il rispetto per la fortuna di trovarsi al cospetto di un
simile spettacolo e poterne fare parte per qualche minuto.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Forse potrei andare più veloce, ma l’andatura sembra già
superiore al gruppo nel quale mi trovo e la prudenza non è mai troppa.
L’altitudine infatti comincia a farsi sentire, i duemila metri si avvicinano e,
fattore non trascurabile, lo spettacolo va assaporato metro per metro.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">La fine dei tornanti e il relativo scollinamento segna la
fine di uno dei tratti più duri. Il successivo falsopiano con pendenza minima è
il benvenuto per riprendere fiato, ma inutile nascondere anche l’insorgere di
un minimo dispiacere: una parte importante dell’avventura è superata.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">I dubbi sul traguardo sono sempre meno. La vallata
silenziosa si apre in uno spettacolo che vale qualsiasi sforzo e per alcuni
chilometri ora la pendenza è quasi impercettibile. Tanti ne approfittano per
aumentare il ritmo e puntare al tempo. Resistere alla tentazione in effetti non
è facile, ma non è ancora finita e un minimo errore di valutazione ora potrebbe
costare caro. Negli ultimi tre chilometri infatti, la strada riprende a salire
bruscamente e a quel punto la stanchezza e la carenza di ossigeno possono
accentuare anche la più piccola crisi. È in questo tratto che per la prima
volta compaiono alla vista gli edifici del valico. A conti fatti, mancano
ancora circa quattrocento metri di dislivello. Tanti per potersi rilassare. Poter
guardare il traguardo ancora a tale distanza, con il rischio di non vederlo mai
avvicinare potrebbe essere un pericolo, ma ancora una volta l’emozione più
forte è lo spettacolo di vederlo lì. Il traguardo tanto atteso finalmente
davanti agli occhi. In genere è preferibile vedere la vetta solo alle ultime
curve, quando l’entusiasmo è in grado di coprire qualsiasi carenza; proprio per
questa ragione, una situazione del genere potrebbe rivelarsi invece deleteria.
In questo caso però, è più che gradita: significa poter gustare l’ascesa fino
in fondo.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Il cartello dei meno tre richiama duramente alla realtà. La
ricreazione è finita e la strada riprende a salire come all’inizio. Ora però,
nelle gambe ci sono già diciassette chilometri e oltre mille metri di
dislivello. </span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Le mie sensazioni erano giuste. Una buona parte di quelli
che avevano approfittato del pianoro per accelerare ora si avvicinano sempre di
più. Qualcuno è in apparente difficoltà, tanti non si curano più di chi gli sta
intorno e non manca chi vedendosi sorpassato pensa di dover raccogliere una
sfida e abbozza una reazione. Ma niente in questo momento mi distrae. Lo
Stelvio è là. Da alcune decine di minuti è nel mio mirino e tutto il resto è
relativo. Unica concessione al ritmo costante delle pedalate, i rifornimenti
indispensabili a raccogliere l’acqua necessaria a non accusare crolli improvvisi.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Ancora una volta, come da qualche mese a questa parte, mi
meraviglio di come senta sempre meno l’esigenza di mangiare durante sforzi di
questo genere. Fino a qualche anno fa dovevo quasi prevedere pasti completi al
mattino prima di partire e assicurarmi di avere adeguare scorte per la
giornata. Ora invece il cibo durante la pedalata è quasi un fastidio e arrivo a
sopportare anche quattro ore di montagna con una colazione poco più abbondante
del normale.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Non è però il momento di chiedersi perché, perché la vetta è
veramente vicino. A due chilometri, l’altura finale si avvicina. Il paesaggio
comincia ad aprirsi con il valico verso <st1:personname productid="la Svizzera. Respirare" w:st="on"><st1:personname productid="la Svizzera." w:st="on">la Svizzera.</st1:personname> Respirare</st1:personname>
comincia a essere veramente impegnativo; ascoltando le gambe la tentazione di
aumentare il ritmo è forte, ma subito il fiato lungo fa cambiare idea e
convince facilmente a non sprecare tutto. </span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Chilometri dopo chilometri, il gruppo si è allungato, la
compagnia è sempre più rada, ma aumentano a bordo strada i podisti partiti
mezzora prima. Se mai mi sono sentito mezzo matto ad affrontare lo Stelvio in
bicicletta, vedere tanta gente che l’ha fatto a piedi mi convince di essere in
più che buona compagnia.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Un chilometro o poco più. Riprendono i tornati, i depositi
di neve sono sempre più frequenti e il movimento di persone si accentua. Oltre
a chi è già sulla strada del ritorno, spettatori in discesa alla ricerca dei
propri conoscenti o semplici escursionisti incuriositi dall’insolito
spettacolo. </span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Un chilometro. È ufficiale, stando al cartello. Lo Stelvio è
lì. La voce dello speaker arriva sempre più chiara. Le case sono praticamente a
grandezza naturale. Tutti segnali che ormai è fatta. </span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Il traguardo è vicino, eppure non è solo gioia quella che
inizia ad affiorare, Come sempre accade quando si realizza, un sogno smette di
essere tale e presto sarà necessario trovarne un altro per non cadere vittima
della malinconia.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Ma ora è il momento di godere appieno questo momento.
Ottocento metri; un tornante, una rampa, un altro tornante. Il fiato lungo, la
voglia di arrivare, la fatica. Settecento metri, poi seicento. Dietro una
curva, i fotografi pronti a immortalare questo momento magico. Scattano
centinaia di foto a perfetti sconosciuti eppure in questo momento sono tra le
persone più desiderate: grazie a loro il ricordo vivrà a lungo, con tutta
probabilità appeso a una parete. </span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Cinquecento metri. L’arrivo, anche se non visibile, è
chiaramente percepibile dalla folla delle migliaia di persone presenti in
quota. </span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Quattrocento metri. A bordo strada le macchine di chi è
salito la sera prima per accogliere i propri cari o gli amici di turno. Dopo
tanto silenzio, qualsiasi voce, qualsiasi sguardo è un’iniezione di energia.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Trecento metri. Sono poche le curve restanti. Non importa
più quante e dove, perché la testa è ormai da tempo lassù. </span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Duecento metri. La prossimità del valico aumenta l’intensità
del vento. Inizia a fare freddo, ma ormai è l’ultimo dei problemi; l’unica
ragione per fermarsi è perdere il controllo di sé stessi.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Cento metri, è il momento di lasciarsi andare. Tutto
sparisce: la stanchezza, il freddo, la fatica, il respiro affannato. Poche
decine di metri separano da uno striscione. Si vede, si avvicina ogni secondo
sempre più. Un sogno sta svanendo, sta diventando realtà. Un realtà così bella
che quando tagli il traguardo quasi non te ne accorgi neppure. </span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Mentre l’inerzia porta in un angolo quasi a cercare un luogo
appartato per godersi questo momento unico, per riprendere fiato, mi ritrovo al
collo una medaglia ricordo. Non ho idea di come ci sia arrivata, ma chiunque
sia stato avrà la mia riconoscenza in eterno. Volendo rendere più solenne il
momento con un tocco sentimentale, si potrebbe pensare a quel groppo in gola
come segnale di una grande emozione. Se poi è solo una serie di respiri
profondi alla ricerca dell’equilibrio, va bene lo stesso.</span></div>
<br />
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Sin da quando ho ripreso ad andare seriamente in bicicletta
lo Stelvio era un sogno. Ora il sogno si è avverato, ma l’avventura non finita, è solo l’inizio ufficiale di una
nuova. Quale non si sa, questo è il momento di pensare al presente di godere
fino all’ultimo istante la magia di essere al cospetto di Sua Maestà.</span></div>
Giuseppe Gogliohttp://www.blogger.com/profile/15878373380845994882noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-272481474952331605.post-42889086255286732352013-10-28T11:47:00.000+01:002013-10-28T11:47:04.444+01:00C'è vittoria e vittoria<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Un gesto, anche quello più banale o consueto, può assumere significati profondamente diversi a seconda delle contesto. Non ho potuto fare a meno di restare colpito da questo curioso abbinamento scaturito sulla home page del sito de La Stampa</span><br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgjpyIIZKMvcbmk21UX_Ey10gwA380QoPVcclK9wNqJtSLUBLNla9UoUD8Pt7KVGR-3_RiFPoszw3tW3jtkdFkm74tpAFqn2SPLUnzT76eb4JAM3eLqOm1eyWrqWt2WuownjzP_BFoIsQM/s1600/Vittoria.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgjpyIIZKMvcbmk21UX_Ey10gwA380QoPVcclK9wNqJtSLUBLNla9UoUD8Pt7KVGR-3_RiFPoszw3tW3jtkdFkm74tpAFqn2SPLUnzT76eb4JAM3eLqOm1eyWrqWt2WuownjzP_BFoIsQM/s1600/Vittoria.jpg" height="347" width="400" /></span></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Due donne, accomunate dallo stesso gesto di vittoria. Entrambe pienamente giustificate, eppure così lontane da far apparire quasi fuori posto la fotografia di Miss Italia. Non perchè non sia legittimo; più che altro sembra sminuire involontariamente il significato (e il coraggio) che stanno dietro un'azione come quella in alto.</span></div>
<div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
Giuseppe Gogliohttp://www.blogger.com/profile/15878373380845994882noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-272481474952331605.post-80328732774742732782013-02-04T09:11:00.002+01:002013-02-04T09:11:52.617+01:00La resa inaspettata di un'intera città al Superbowl<div style="text-align: left;">
<div class="separator" style="clear: left; float: left; height: 323px; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: center; width: 319px;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjouhXrdQ_SsiH9A9_03PUtXwmgZ7xAEZOWVWASHzcagaWAnXwEA4SSiG-JTuJxRIIR5T8vGUJDE_lOq-TeGCqbnEGPkHXYG2Gbrk4W4VQoMZSX8Sr1iX9EclCOFtdrXXxQ6kca3-jRtYQ/s1600/Clip0001.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjouhXrdQ_SsiH9A9_03PUtXwmgZ7xAEZOWVWASHzcagaWAnXwEA4SSiG-JTuJxRIIR5T8vGUJDE_lOq-TeGCqbnEGPkHXYG2Gbrk4W4VQoMZSX8Sr1iX9EclCOFtdrXXxQ6kca3-jRtYQ/s1600/Clip0001.jpg" width="288" /></a></div>
<div style="text-align: left;">
<div style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="color: black;">Appuntamento di quelli da non mancare, il Superbowl. </span>Nonostante l'ora tarda per chi vive in Europa, nonostante tanti ci capiscano poco niente delle contorte regole del Football americano, al momento buono tutti ne parlano.</span></div>
<div style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;">
</div>
<div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Il problema però, è anche che troppi ne scrivono. O meglio, ne scrive anche chi potrebbe tranquillamente farne a meno. E se proprio deve farlo, magari, ci si potrebbe documentare prima di mettere mano alla tastiera.</span></div>
<div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">D'accordo, la partita si è conclusa a notte fonda, ma un minimo di verifica su quanto uno scrive ci potrebbe anche stare.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Altrimenti, succede che La Stampa riesca ad annunciare la resa di un'intera città, quella New Orleans dove si è disputata la finale.</span></div>
<div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Con buona pace degli sconfitti veri, quelli di San Francisco, neppure degni di una citazione nel titolo</span></div>
<br />
</div>
<div style="text-align: left;">
<br /></div>
<br /></div>
Giuseppe Gogliohttp://www.blogger.com/profile/15878373380845994882noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-272481474952331605.post-5897773545091598792012-09-27T17:45:00.001+02:002012-09-27T17:45:43.053+02:00Benvenuti a bordo della disgrazia<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://www.blogger.com/" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: left;"><img border="0" height="260" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjeiohfhrcHhRd0C9w-50eIhFPKFfHBA5_WBL9N8VLisKSedBaKOc5bmxPBBaf1T1emX6BADsyt17Vvh1qHheUAaLwfv84b1966bCuH8J_-Oq3FbsUuJ-axJX8gz6zK4huwxhso4rya4_o/s400/Clip0002.jpg" unselectable="on" width="400" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; text-align: left;"><br />
La pubblicità è l'anima del commercio. A parte la frase scontata (non intesa come offerta pubblicitaria), in alcuni casi si potrebbe andare oltre, affermando che quando si parla di media, spesso la pubblicità più che l'anima è il carburante (o guinzaglio a voler essere cattivi).</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; text-align: left;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; text-align: left;">In pratica, non se ne può fare a meno e tutto sommato questo ci può stare, Purchè magari, le cose fossero fatte con criterio. Ora, buona parte degli annunci sul Web viaggia (quasi) completamente slegata dagli articoli. Una maggiore attenzione a certe cadute di stile non farebbe male.</span></div>
<div style="clear: both; text-align: left;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">A parte che "l'incidente tra teni con almeno dodici feriti" ora di sera era diventato "Piccolo tamponamento con alcuni contusi", si potrebbe anche evitare di mettere una pubblicità del genere proprio sopra una potenziale tragedia. </span><br />
<br />
<div style="text-align: right;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small;"><b>Geppe</b></span></div>
</div>
Giuseppe Gogliohttp://www.blogger.com/profile/15878373380845994882noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-272481474952331605.post-16255645724081163652012-09-11T13:49:00.001+02:002012-09-27T17:46:53.478+02:00La folle corsa, sul posto, dell'inflazione<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgA-EbDGlLuyNprmsuHIWhnsYlYU75R3P9EbwL-ydbheoDD3oe9diPGInA9vmoUUDIJXG8NFqCFFsT5tbq5yRcyqrD8TMbIIh9hBNuS7ck85LSudYmV0JzdqzfOwRzv685KR6eJemucaD0/s1600/Clip0002.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small;"><img border="0" height="123" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgA-EbDGlLuyNprmsuHIWhnsYlYU75R3P9EbwL-ydbheoDD3oe9diPGInA9vmoUUDIJXG8NFqCFFsT5tbq5yRcyqrD8TMbIIh9hBNuS7ck85LSudYmV0JzdqzfOwRzv685KR6eJemucaD0/s320/Clip0002.jpg" width="320" /></span></a></div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Brutta cosa l'inflazione, soprattutto quando gli stipendi non hanno alcuna intenzione di guadagnare terreno. </span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Non sono le solite lamentele di circostanza, questa volta c'è il pieno supporto della statistica. </span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">"Siamo tutti più poveri", "Non si arriva più a fine mese", "Alla fine chi ci rimette è il consumatore", "Pagano sempre i soliti" e tutti gli altri luoghi comuni rischiano però di svanire davanti a una cruda realtà.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Ebbene sì, possiamo definirci tutti degli eroi, visto che in dieci anni abbiamo dovuto sopportare un aumento della spesa pari a qualcosa come il 12%. Vale a dire, 1,2% all'anno. </span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Secondo questo arrembante titolista, quello che nel 2002 costata un euro oggi ne costa 1,12. Con un aumento di poco più di un centesimo all'anno. Magari.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Già, magari la prossima volta un po' di serietà prima di scrivere non farebbe male.</span>Giuseppe Gogliohttp://www.blogger.com/profile/15878373380845994882noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-272481474952331605.post-61125614840785897832012-09-03T11:13:00.000+02:002012-09-27T17:47:15.304+02:00Autostima senza confronti<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg0povVS2trMifWSaxEecTlna6KN6ToLw-IqA2plMxnqNDxAoz3cx0KsTwwKddCyD9gBzSPcXDaNCJuegDRKjFMpqGeGbRtVWi_-jCoAtmjVp_aDZNHJMsru78jQDsHMbFkQNdNRDFV3Mg/s1600/Napoli.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="256" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg0povVS2trMifWSaxEecTlna6KN6ToLw-IqA2plMxnqNDxAoz3cx0KsTwwKddCyD9gBzSPcXDaNCJuegDRKjFMpqGeGbRtVWi_-jCoAtmjVp_aDZNHJMsru78jQDsHMbFkQNdNRDFV3Mg/s320/Napoli.jpg" width="320" /></a></div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">L'autostima è sempre una gran bella cosa, quando può tornare utile ad acquistare maggiore fiducia in sè stessi.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Senza bisogno di ricorrere a corsi dedicati, coach o trainer dai risultati mirabolanti, in quel di Napoli si riesce a fare molto di più.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Da Euronews infatti, si ha l'onore di scoprire quanto l'allenatore della squadra partenopea creda in sè stesso, al punto di non aver paura a dichiararlo pubblicamente.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">A giudicare dalla foto però, sorge il sospetto che in realtà, dietro a tanta sicurezza ostentata nel titolo, si nasconda un interessante strafalcione</span><span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small;">. </span>Giuseppe Gogliohttp://www.blogger.com/profile/15878373380845994882noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-272481474952331605.post-36358678576941257122012-07-13T09:31:00.000+02:002013-01-07T15:21:31.593+01:00Speculazione edilizia da brivido a New York<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhfGQebsyQFSALUx4hsWaYFTsONZhWjzcG6TkUhKX3FSQnYejpLDY29L7JPQ_tDb36U4WgUGsye47JGwd_d5xyTu0O4EbmEOGA1ElnQZjz3k2zYtqdrMDgeEJpX8v2nM9dwimPQcRfRUws/s1600/Clip0002.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhfGQebsyQFSALUx4hsWaYFTsONZhWjzcG6TkUhKX3FSQnYejpLDY29L7JPQ_tDb36U4WgUGsye47JGwd_d5xyTu0O4EbmEOGA1ElnQZjz3k2zYtqdrMDgeEJpX8v2nM9dwimPQcRfRUws/s320/Clip0002.jpg" height="118" width="320" /></a></div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">La crisi economica è una gran brutta bestia e a farne le spese, soprattutto gli immobili e i relativi investimenti. Se fin a poco tempo fa acquistare un appartamento era una garanzia per il futuro, oggi può rivelarsi un affare, a patto che sia rimasto qualcosa da spendere.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Come sempre, New York dimostra di essere un passo avanti anche in questo. A meno che, ipotesi più probabile, sia il giornalista del Corriere.it a essere qualche passo indietro.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Nella città USA infatti, sembra che i prezzi siano ormai fuori alla portata di tanti, così che gli appartamenti risultino troppo grandi, quindi costosi, e di conseguenza invenduti.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Quello che non ci si potrebbe aspettare è quanto siano messi male i newyorchesi. Al punto da proporre a tutti noi fortunelli euro-dotati un investimento irripetibile. Forse a Manhattan e dintorni quella cifra è difficile da raccogliere, ma altrove trovare<b> duemila dollari per un monolocale </b>non dovrebbe essere un'impresa. Certo, l'autore precisa che possono volercene anche oltre, ma forse varrebbe la pena di osare. </span>Giuseppe Gogliohttp://www.blogger.com/profile/15878373380845994882noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-272481474952331605.post-60502842238393250112012-07-11T09:48:00.001+02:002012-07-11T09:50:03.576+02:00Da cacciatori di talenti a prede di un Leopardo<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg75a8Bh6PmnspoIDvhkvjSiqB1t9TEG2LzsC3xzUE_6vuBrmJCJ1b6GkZzVQP5DE9lyejCceWGydN21rPOmKmWFXp9njtt5qFoAbd1uBtugaP9m11XoMscSr8T1mSl1PRQ1NyC1ucOMV0/s1600/Clip0001.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg75a8Bh6PmnspoIDvhkvjSiqB1t9TEG2LzsC3xzUE_6vuBrmJCJ1b6GkZzVQP5DE9lyejCceWGydN21rPOmKmWFXp9njtt5qFoAbd1uBtugaP9m11XoMscSr8T1mSl1PRQ1NyC1ucOMV0/s1600/Clip0001.jpg" /></a></div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Sono tempi duri per le squadre di calcio italiane, e per il Milan in particolare, orfano di iniezioni di contanti a tutto spiano.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Di fronte a emiri e investitori di ogni parte, riuscire a trattenere in squadra i migliori giocatori è sempre più un'impresa.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Emblematica in tal senso la vicenda del difensore Thiago Silva a cui tanti stanno dando la caccia a suon di milioni di euro. </span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Fino a quando è possibile resistere, per i tifosi è lecito sperare, ma c'è un limite oltre il quale non è proprio possibile andare</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Secondo quanto riporta La Stampa, questo limite non è necessariamente monetario. Chi infatti avrebbe il coraggio di opporsi all'insistenza di un animale aggressivo come il <b>Leopardo</b>?</span>Giuseppe Gogliohttp://www.blogger.com/profile/15878373380845994882noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-272481474952331605.post-89257578298131647632012-04-04T09:48:00.006+02:002012-09-27T17:48:19.238+02:00Va da via i chiampions<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgZYgqM6BpZ7PAaEIbMBMeA5t9bw0A46cW2mNJoFitIYD1TXMRjtPcdR-38MLVzt8sDKzrsusoAmJne3tr9GWfHSKsqZfFqalxayD8rC5L2VPdAXJP_l6KnTYtqe1cD7BNHTRYlD6je4Qo/s1600/Clip0001.jpg" style="font-family: Georgia, serif; font-size: 100%;"><img alt="" border="0" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5727449342034438658" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgZYgqM6BpZ7PAaEIbMBMeA5t9bw0A46cW2mNJoFitIYD1TXMRjtPcdR-38MLVzt8sDKzrsusoAmJne3tr9GWfHSKsqZfFqalxayD8rC5L2VPdAXJP_l6KnTYtqe1cD7BNHTRYlD6je4Qo/s400/Clip0001.jpg" style="cursor: hand; float: left; height: 111px; margin: 0px 10px 10px 0px; width: 400px;" /></a><br />
<span style="font-family: verdana;">Gli svarioni più o meno grandi registrati da un pezzo di storia dell'informazione in Italia come ANSA stanno diventando una simpatica abitudine.</span><br />
<div style="font-family: Georgia, serif;">
<span style="font-family: verdana;">Quello che accompagna l'uscita di scena del Milan dalla ribalta europea riesce a combinare efficacia e sarcasmo, anche se involontario. </span></div>
<br />
<span style="font-family: verdana;">L'attaccamento dei rossoneri alla principale competizione europea non è mai stato un segreto, quindi ogni volta che si registra una sconfitta, la delusione è ancora più grossa.</span><br />
<br />
<span style="font-family: verdana;">Per questa volta volta i tifosi potranno però consolarsi sapendo di essere stati eliminati da una Coppa decisamente insolita. Oppure, l'autore del titolo si è ispirato all'esclamazione probabilmente sfuggita a tanti rossoneri più volte nel corso della partita, dal misterioso secondo rigore, alla bizzarra meteora di nome Pato o alla enigmatica presenza sul campo di tale Ibrahimović.</span><span style="font-family: verdana;"><br /></span><br />
<span style="font-family: verdana;"><span style="font-family: verdana;">Per tutti, la stessa invocazione richiamata dal titolo: Va</span> a</span><span style="font-family: verdana;"> dà via i chiampions.</span>Giuseppe Gogliohttp://www.blogger.com/profile/15878373380845994882noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-272481474952331605.post-86731531022137203992012-01-12T14:09:00.003+01:002012-07-11T15:57:38.191+02:00Colpo a vuoto in difesa dei taxisti<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgqmCvwn7PNDKkHdgwROpKMdyCoABdKK5p0kTzCAZP0mvWpz1TqsUf4qxcvKJ71292WaVksSqusXa-L5uW_v54BS88Cuy059Lf2TtHED_Vb7DD5tHzboUIFF_7_Ycdkl4sCwnR8AiXxLRk/s1600/Clip0002.jpg"><img alt="" border="0" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5696732354894316722" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgqmCvwn7PNDKkHdgwROpKMdyCoABdKK5p0kTzCAZP0mvWpz1TqsUf4qxcvKJ71292WaVksSqusXa-L5uW_v54BS88Cuy059Lf2TtHED_Vb7DD5tHzboUIFF_7_Ycdkl4sCwnR8AiXxLRk/s400/Clip0002.jpg" style="cursor: hand; cursor: pointer; float: left; height: 138px; margin: 0 10px 10px 0; width: 400px;" /></a><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">La prospettiva di perdere un privilegio è sempre fonte di grandi proteste, tanto più grandi quanto più si protrae da tempo detto privilegio. </span><br />
<div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Di fronte all'eventualità di vedere liberalizzato il proprio settore, i taxisti sembrano pronti a provarle tutte, meglio ancora se si parla di vie poco ortodosse. </span></div>
<div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Qualcuno a La Stampa ha pensato di dare voce alle loro ragioni, ma il risultato, almeno dal titolo, non sembra esattamente a favore della categoria. Chi non sarebbe interessato alla liberalizzazione di un settore dove ogni 12 ore in auto si portano a casa 1.600 euro? Adesso è più facile capire il perchè di tanta paura verso il cambiamento.</span><br />
<br /></div>Giuseppe Gogliohttp://www.blogger.com/profile/15878373380845994882noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-272481474952331605.post-34802142650231599122011-11-24T18:17:00.003+01:002011-11-24T18:26:03.136+01:00Forse, magari potrebbe essere vero. Ma anche no<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj_8ooFYil_YLlG6oACheOFZhgiyW1adwa3yZR7SpiCMd1frgT48WxdbM3xjLdAWVzxVpwEpnVoQ4VPHdeztfuZ_yd_68obHePuometZf1yGRcobg9tpwFbBac7RXdoileFzVr0E2dvzJM/s1600/Clip0001.jpg" onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}"><img style="float:left; margin:0 10px 10px 0;cursor:pointer; cursor:hand;width: 206px; height: 186px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj_8ooFYil_YLlG6oACheOFZhgiyW1adwa3yZR7SpiCMd1frgT48WxdbM3xjLdAWVzxVpwEpnVoQ4VPHdeztfuZ_yd_68obHePuometZf1yGRcobg9tpwFbBac7RXdoileFzVr0E2dvzJM/s400/Clip0001.jpg" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5678612868226895042" /></a>Una delle lezioni più importanti dei corsi di giornalismo riguarda l'affidabilità della notizia e di conseguenza la credibilità dell'autore.<div><br /></div><div>In questo caso, meglio parlare proprio di autore più che di giornalista vista la professionalità dimostrata. </div><div><br /></div><div><span class="Apple-style-span" >Una regola base del mestiere vuole che se la notizia c'è si pubblica, altrimenti si lascia stare. Soprattutto, un giornalista può definirsi tale quando l'utilizzo del condizionale è effettivamente giustificato dal contesto e non diventa una sorta di scudo di fronte a probabili svarioni. In pratica, o la notizia è confermata e allora si usa il presente o la fonte non è verificabile e allora non si pubblica.</span></div><div><span class="Apple-style-span" ><br /></span></div><div><span class="Apple-style-span" >La smania di strillare un titolo o di sgomitare nel magico mondo delle 'cose' pubblicate online porta però ad abitudini nel migliore delle ipotesi definibili curiose.</span></div><div><span class="Apple-style-span" ><br /></span></div><div><span class="Apple-style-span" >Nel caso specifico, la possibilità di aver pubblicato qualche cosa di non vero fa addirittura parte del sommario. In pratica, il fautore di questo capolavoro pretende di dare una notizia mettendone in dubbio l'affidabilità. Cioè, mette in discussione sè stesso.</span></div><div><span class="Apple-style-span" ><br /></span></div><div><span class="Apple-style-span" >Grandioso esempio di autocialtroneria. Senza condizionale.</span></div><div><span class="Apple-style-span" ><br /></span></div><div><br /></div>Giuseppe Gogliohttp://www.blogger.com/profile/15878373380845994882noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-272481474952331605.post-28846667514790798902011-09-19T09:27:00.006+02:002011-11-24T18:17:35.749+01:00Supplemento di lavoro tra scuola e Tar<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjkro7Jv8RWdQnPBQON9_EUMxDB_NkVT2ded1yctjJD6E3bxpzzN7Nmfte4NRGQ6gGt_uCA4KJvkpUBg1GrgcR_6-aKImtJcbArMz6s3C-oHNF2P-T_ua_mkh1iyQ77tFrLe2Ko4ArXZ3g/s1600/Clip0002.jpg"><span style="font-family:verdana;"><img style="MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 400px; FLOAT: left; HEIGHT: 124px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5678608167539698738" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjkro7Jv8RWdQnPBQON9_EUMxDB_NkVT2ded1yctjJD6E3bxpzzN7Nmfte4NRGQ6gGt_uCA4KJvkpUBg1GrgcR_6-aKImtJcbArMz6s3C-oHNF2P-T_ua_mkh1iyQ77tFrLe2Ko4ArXZ3g/s400/Clip0002.jpg" /></span></a><span style="font-family:verdana;"><br /><span style="font-family:verdana; style=" >Quando si parla di scuola, l'attenzione alla lingua italiana dovrebbe essere ai massimi livelli. A maggior ragione, quando se ne parla su un quotidiano. Per giunta, uno di quelli più noti d'Italia.</span></span><div><span style="font-family:verdana;" ><br /></span><div><span class="Apple-style-span" ><span><span style="font-family:verdana; style=">Oppure, forse è proprio per dare uno spaccato più fedele della scuola italiana, e del livello di un certo giornalismo nostrano, che Corriere.it ha saputo abilmente racchiudere il tutto in una parola all'interno del titolo.</span><br /></span><span class="Apple-style-span"><br /></span></span><div style="TEXT-ALIGN: left; CLEAR: both" class="separator"><span style="font-family:verdana;" >Certo, resta il dubbio di come mai riusciranno a combinarsi i professori, la scuola e questi misteriosi supplementi. Con buona pace dei supplenti, ancora una volta bistrattati.</span></div><span class="Apple-style-span" ><br /></span><div style="TEXT-ALIGN: left; CLEAR: both" class="separator"><span style="font-family:verdana;" ></span></div><div style="TEXT-ALIGN: left; CLEAR: both" class="separator"><span class="Apple-style-span"><br /></span></div></div></div>Giuseppe Gogliohttp://www.blogger.com/profile/15878373380845994882noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-272481474952331605.post-28675395861511898692011-09-19T09:26:00.002+02:002011-11-24T18:15:15.495+01:00Giustizia da marciapiede<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgAekUUZ5_1tcLx-PY-IHkB4sj7cbiV0-fHCg8jVdDHQj7gxpoNjuThMHQ6NcershhwpPsU0mU1pkGbDP4RkHsyGztFOAuDH3oTsaZW8RBJKZ0dzlgS0ofbZKSL4a-XNvTKaF9wFBFntkw/s1600/Clip0001.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgAekUUZ5_1tcLx-PY-IHkB4sj7cbiV0-fHCg8jVdDHQj7gxpoNjuThMHQ6NcershhwpPsU0mU1pkGbDP4RkHsyGztFOAuDH3oTsaZW8RBJKZ0dzlgS0ofbZKSL4a-XNvTKaF9wFBFntkw/s1600/Clip0001.jpg" /></a></div><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small;">Non solo a Napoli, ma i n tutta Italia, gli Enti Pubblici devono affrontare grandi difficoltà dal punto di vista economico. Anche i protagonisti della cronaca recente d'altra parte non se la passano tanto ben, Quello che però succede nel capoluogo della Campania sembra andare oltre ogni immaginazione.</span><br /><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small;"><br /></span><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small;">Secondo quanto riportato da Corriere.it infatti, i tempi degli uffici sfarzosi e delle grandi auto impiegate dai personaggi alla ribalta sono un ricordo del passato.</span><br /><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small;"><br /></span><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small;">Come precisa accuratamente la didascalia, il Sig.Bisignani non se la passa più tanto bene al punto da girare con un comunissimo scooter, spacciato per qualche strana ragione come automobile.</span><br /><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small;"><br /></span><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small;">Ma a sorprendere, sono le condizioni in cui si ritrova a lavorare nientemeno che un Gip, con un ufficio ridotto a una precaria bancarella circondata da veicoli posteggiati casualmente e l'immancabile accumulo di rifiuti.</span>Giuseppe Gogliohttp://www.blogger.com/profile/15878373380845994882noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-272481474952331605.post-58534761401292901852011-05-19T10:38:00.002+02:002011-05-19T10:47:53.021+02:00La versione bellica dell'uomo cannone<span class="Apple-style-span" ><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgG_Z4y5v_veeV3WBVacCDWF9NsU3UEjkTwWh2a90mO7cbqNpbobmkBelBzmvq8MSs8JUgxHiFmG3TGpKTJ6Kig3N9EgUz7nkg22Ww-kzQGBmp7dt8JFOgdvUlpn9yD5bVaBmmA7oOnm44/s1600/Clip0001.jpg" onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}"><img style="float:left; margin:0 10px 10px 0;cursor:pointer; cursor:hand;width: 256px; height: 187px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgG_Z4y5v_veeV3WBVacCDWF9NsU3UEjkTwWh2a90mO7cbqNpbobmkBelBzmvq8MSs8JUgxHiFmG3TGpKTJ6Kig3N9EgUz7nkg22Ww-kzQGBmp7dt8JFOgdvUlpn9yD5bVaBmmA7oOnm44/s320/Clip0001.jpg" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5608344012639013570" /></a>In quella miniera di strafalcioni che si sta rivelando Corriere.it, l'ultimo regalo arriva da un giornalista alle prese con il conflitto in corso il Libia. Lo scontro deve essere certamente cruento e diverse persone ci stanno rimettendo la vita. </span><span class="Apple-style-span" style="font-family: verdana; font-size: small; ">Tra questi sfortunati però, uno in particolare risulta vittima di un incidente decisamente fuori dal comune.</span><div><div><span class="Apple-style-span" ><br /></span></div><div><span class="Apple-style-span" >Un francese sarà infatti ricordato non per particolari meriti ma per essere stato vittima di un "corpo di arma da fuoco". </span></div><div><span class="Apple-style-span" ><br /></span></div><div><span class="Apple-style-span" >Difficile immaginare di cosa possa trattarsi in realtà. Forse, di una sorta di arma messa a punto da combattenti a corto di mezzi che hanno così pensato di arrangiarsi al meglio, sacrificando un compagno circense e adattandolo a un particolare tipo di uomo cannone.</span></div><div><span class="Apple-style-span" ><br /></span></div><div><span class="Apple-style-span" >Fatto sta che in una questione tanto delicata, un po' più di attenzione difficilmente potrebbe risultare fuori luogo.</span></div><div><br /></div></div>Giuseppe Gogliohttp://www.blogger.com/profile/15878373380845994882noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-272481474952331605.post-30492891683539634612011-05-12T17:44:00.000+02:002011-05-13T22:38:25.995+02:00Mille ragazzi saggi, un giornalista superficiale<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi-jI0_IMUI8X-tFA2PeHb0euFcrYOs3ke86XGkyOfx3dZ8qKBxo2KEk5mthUnWClp9pNn7K_rbDCAJyJD2f9Yy0qCs0ILmJw67L6V89Pu-kdtfcT6xTdug85ygeDFxwtvm_k4-Nyrf-Rk/s1600/Clip0003.jpg"><img style="float:left; margin:0 10px 10px 0;cursor:pointer; cursor:hand;width: 320px; height: 160px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi-jI0_IMUI8X-tFA2PeHb0euFcrYOs3ke86XGkyOfx3dZ8qKBxo2KEk5mthUnWClp9pNn7K_rbDCAJyJD2f9Yy0qCs0ILmJw67L6V89Pu-kdtfcT6xTdug85ygeDFxwtvm_k4-Nyrf-Rk/s320/Clip0003.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5605855819784037218" border="0" /></a><span style="font-size:85%;"><span style="font-family: verdana;">Qualche giorno fa, gli studenti di Busto Arsizio e dintorni sono scesi in piazza per un'iniziativa tanto insolita quanto lodevole.</span><br /><br /><span style="font-family: verdana;">Invece della usuale manifestazione di protesta contro qualcosa, hanno voluto dimostrare compatti impegno e forza di volontà contro l'avanzata delle cosche mafiose in Lombardia.</span><br /><br /><span style="font-family: verdana;">Iniziativa in grado di sostenere da una parte il lavoro svolto proprio in quei giorni dalle forze di polizia, con diversi blitz di successo, e dall'altra di dimostrare come sia possibile frenare il fenomeno senza stare a guardare.</span><br /><br /><span style="font-family: verdana;">Chi invece sembra aver preso con una certa superficialità l'evento è l'autore dell'articolo, o almeno quello del titolo nell'articolo pubblicato su Corriere.it.</span><br /><br /><span style="font-family: verdana;">Sembra infatti non sia stata posta grande attenzione a verificare dove si trovi in realtà Busto Arsizio. Invece di affidarsi all'intuito o a un fugace sguardo a una cartina, o magari alla consulenza del primo passato nei paraggi, spendere qualche secondo ad approfondire (magari sul Web visto che si tratta di una testata online) l'esatta posizione di Busto Arsizio (per la cronaca, in provincia di Varese) sarebbe risultato utile a infondere un sentimento di professionalità nei confronti dell'autore. </span><br /><br /><span style="font-family: verdana;">Avrebbe potuto così scoprire, probabilmente con una certa sorpresa, che collocarla nel milanese equivale più o meno a sostenere che Salerno si trova nel napoletano. </span><br /><br /></span>Giuseppe Gogliohttp://www.blogger.com/profile/15878373380845994882noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-272481474952331605.post-79270783571508662722011-04-12T13:39:00.009+02:002011-04-12T14:22:32.250+02:00Le strane mutazioni degli scienziati cinesi<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjpa017ZIfDRhj3sn4OGsSJR0j1HY6TQcWrYjxxEn-FFbyBhTGU0eep9SIYgK7oIvVFtY9bHz2NAcdoZZ7P2ltfqDLYq5h4P4c6B-xza_2G9T3nx73rH8HMWVDHFPSt-KY6A08URGQRNMQ/s1600/Clip0001.jpg"><img style="float:left; margin:0 10px 10px 0;cursor:pointer; cursor:hand;width: 320px; height: 110px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjpa017ZIfDRhj3sn4OGsSJR0j1HY6TQcWrYjxxEn-FFbyBhTGU0eep9SIYgK7oIvVFtY9bHz2NAcdoZZ7P2ltfqDLYq5h4P4c6B-xza_2G9T3nx73rH8HMWVDHFPSt-KY6A08URGQRNMQ/s320/Clip0001.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5594661490572373634" border="0" /></a><br /><span style="font-size:85%;"><span style="font-family:verdana;">Tra i fondamenti del giornalismo che in genere vengono (o dovrebbero) essere insegnati alle nuove leve, oltre ai principi dell'etica del mestiere, rientra un buon rapporto con la grammatica e la sintassi.</span> <span style="font-family:verdana;"><br /><br />In particolare, tra i casi didattici citati come esempio di errori grossolani, rientra l'utilizzo del termine </span><span style="font-style: italic;font-family:verdana;" >suo </span><span style="font-family:verdana;">(in questo caso</span><span style="font-style: italic;font-family:verdana;" > loro</span><span style="font-family:verdana;">)</span><span style="font-style: italic; font-family:verdana;" > </span><span style="font-family:verdana;">al posto del più corretto </span><span style="font-style: italic; font-family:verdana;" >proprio.<br /><br /></span><span style="font-family:verdana;">Senza la pretesa di entrare nei dettagli della questione da un punto di vista <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_0">rigorosamente</span> stilistico, anche gli insegnanti più <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_1">accondiscendenti</span> in certe situazioni non transigono, soprattutto al fine di evitare brutte figure.</span> S<span style="font-family:verdana;">e da una parte molto spesso si tratta di applicare un linguaggio magari meno puro ma più vicino a quello parlato dalla gente e quindi più facile da capire, l'uso disinvolto porta facilmente a curiose ambiguità.</span> <span style="font-family:verdana;"><br /><br />Un esempio <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_2">interessante</span> lo fornisce questa volta il sito di <span style="font-style: italic;">la Repubblica</span>, dove da una certa <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_3">superficialità</span> nell'affrontare l'argomento, e dalla quale emerge una <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_4">considerazione</span> non esattamente elevate dei possibili lettori, ne deriva una notizia <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_5">effettivamente</span> insolita.<br /><br />Da come è stato scritto il sommario infatti emerge che dei ricercatori cinesi, per ragioni che sarebbe <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_6">interessante</span> scoprire, a seguito di una <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_7">manipolazione</span> <span class="blsp-spelling-corrected" id="SPELLING_ERROR_8">genetica</span> hanno <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_9">probabilmente</span> ottenuto risultati ben diversi da quelli attesi.<br /><br />E' infatti clamoroso scoprire come a seguito dell'operazione gli stessi scienziati si siano messi non solo a produrre latte, ma che si tratti anche di latte materno. Resta poco chiaro il legame tra la <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_10">manipolazione</span> delle mucche e il fatto che i ricercatori si siano messi a produrre latte, ma su questo è meglio non indagare.<br /></span></span>Giuseppe Gogliohttp://www.blogger.com/profile/15878373380845994882noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-272481474952331605.post-69365270368175334482011-04-04T15:19:00.005+02:002011-04-04T15:28:55.676+02:00Quella cifra misteriosa promessa alla Tunisia<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgiJpv60I9q_3UcSSC7yV9-DYBnsyaJBwLUcA1Q35PwoKf7EraYMHs_JT1pNd6ZEdUgl61a28HfTVK5JUzQgMattEJ_aMQqrL_ZCEMs0yt9xXTptCDuxuWTsuHuT-e-IWy4iGn76j4uucQ/s1600/Shot0001.jpg"><img style="float:left; margin:0 10px 10px 0;cursor:pointer; cursor:hand;width: 257px; height: 170px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgiJpv60I9q_3UcSSC7yV9-DYBnsyaJBwLUcA1Q35PwoKf7EraYMHs_JT1pNd6ZEdUgl61a28HfTVK5JUzQgMattEJ_aMQqrL_ZCEMs0yt9xXTptCDuxuWTsuHuT-e-IWy4iGn76j4uucQ/s320/Shot0001.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5591718917776973682" border="0" /></a><br /><div style="font-family: verdana;"><span style="font-size:85%;"><span style="font-family: verdana;">I centri di accoglienza in Italia sono uno degli argomenti più discussi degli ultimi tempi. L'ondata di immigrati in arrivo dal Nord Africa ha certamente creato scomiglio in tante persone e reso la vita difficile ad altrettante.</span> In questi casi però, sarebbe sempre meglio cercare di mantenere il controllo.<br /><br />Quello che non sembra essere riuscito per intero all'autore di un articolo sul sito Web di Corriere.it. dove l'effetto di tutto questo trambusto si è trasformato in una curiosa cifra promessa alla Tunisia in cambio di una maggiore sorveglianza.<br /><br />A meno che le virgolette non srvano proprio ad attribuire per intero l'affermazione all'intervistato, ipotesi decisamente poco probabile dalla quale eventualmente sarebbe stato lecito attendersi una interpretazione, l'effetto risultante è decisamente interessante.<br /><br /></span></div><span style="font-size:85%;"> </span><div style="font-family: verdana;"><span style="font-size:85%;">Più semplicemente, forse l'autore un po' egocentrico ha trovato un modo per mettersi al <span style="font-weight: bold;">centro </span>dell'attenzione.</span></div>Giuseppe Gogliohttp://www.blogger.com/profile/15878373380845994882noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-272481474952331605.post-46753969647016357992011-03-24T08:28:00.006+01:002011-03-24T08:39:47.279+01:00Quell'oscuro legame tra l'Amministratore Delegato e la giornalista<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj6cIwpUL-7oHjw0SIgw1pHRtd9JWJCYZHCtZ2tDkBUCadtYMw5AznN2iMc1y6eNPtu1HC5ujqkliZc80v2x0x3cfQOn3pldkLAgUkQH9ahCu2tiG3KJnAFm7Nz_XTitZjOn6Fk8B1Xn-8/s1600/Clip0001.jpg"><img style="MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 252px; FLOAT: left; HEIGHT: 223px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5587547306364516482" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj6cIwpUL-7oHjw0SIgw1pHRtd9JWJCYZHCtZ2tDkBUCadtYMw5AznN2iMc1y6eNPtu1HC5ujqkliZc80v2x0x3cfQOn3pldkLAgUkQH9ahCu2tiG3KJnAFm7Nz_XTitZjOn6Fk8B1Xn-8/s320/Clip0001.jpg" /></a><br /><div><span style="font-family:verdana;">La comodità degli strumenti Web per impaginare gli articoli è talmente fuori discussione che a volte può giocare brutti scherzi. Soprattutto per chi non conosce la fisionomia dell'Amministratore delegato di Telecom Italia Franco Berbabè, la fotografia a corredo dell'articolo de Il Sole 24Ore può sollevare qualche perplessità. Quale destino può infattti aver colpito la giornalista per ritrovarsi con un aspetto, professionale sì, ma non esattamente il prototipo della femminilità?</span></div><br /><br /><div><span style="font-family:verdana;"></span></div><div><span style="font-family:verdana;">Per chi invece lo conosce, i dubbi sono di altra natura. Qualcuno potrebbe infatti sospettare che il dirigente abbia voluto soddisfare qualche desiderio recondito e assumere un nome del tutto diverso, pur non rinunciando alle proprie sembianze.</span></div><div><span style="font-family:verdana;"></span></div><br /><div><span style="font-family:verdana;">In ogni caso, riuscire a cogliere al primo sguardo la differenza tra titolo, sommario, eventuale foto e autore (o come in questo caso, autrice) dell'articolo forse comporterebbe qualche secondo di cura in più degli impaginati, ma aiuterebbe a contenere i bizzarri effetti collaterali come questo.</span></div>Giuseppe Gogliohttp://www.blogger.com/profile/15878373380845994882noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-272481474952331605.post-17366447319217411012011-03-23T08:43:00.003+01:002011-03-23T08:50:33.022+01:00Tra e titolo e sommario ci rimette la matematica<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj45IIWZOx2kJbxy-nB02FNRAn8hlTtOZ0NXZD7feKXh1v1H5UCpjJbFAWhdlcw98zaARSEA7IC94PuBNM_Jsz3OoT6pLtigq7Hfcq7k002WwzFtnoTcwoZTGGvUJz4EIcZqbKO5fa7Sfk/s1600/Shot0002.jpg"><img style="MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 320px; FLOAT: left; HEIGHT: 179px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5587179206490511986" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj45IIWZOx2kJbxy-nB02FNRAn8hlTtOZ0NXZD7feKXh1v1H5UCpjJbFAWhdlcw98zaARSEA7IC94PuBNM_Jsz3OoT6pLtigq7Hfcq7k002WwzFtnoTcwoZTGGvUJz4EIcZqbKO5fa7Sfk/s320/Shot0002.jpg" /></a><br /><div><span style="font-family:verdana;">Da qualche giorno a questa parte viene da dubitare sul postulato secondo cui la matematica non è un'opinione. Dopo le personali interpretazioni sulle cifre del nuovo browser Microsoft, anche la classifica del Campionato di Calcio di Serie A incontra qualche problema.</span></div><br /><div><span style="font-family:verdana;"></span></div><br /><div><span style="font-family:verdana;">O meglio, la versione online del Corriere della Sera e i relativi redattori hanno qualche problema con la matematica. Titolo e sommario fanno infatti fatica ad andare d'accordo; con tutti i mezzi a disposizione per ocmunicare non sarebbe stato male vedere i relativi responsabili provare a usarne con profitto almeno uno.</span></div><br /><div><span style="font-family:verdana;"></span></div><br /><div><span style="font-family:verdana;">Con buona pace dei milanisti, la ragione è dalla parte del titolo, ma la dimostrazione di accuratezza non sembra degli migliori. </span></div><br /><div></div>Giuseppe Gogliohttp://www.blogger.com/profile/15878373380845994882noreply@blogger.com0