mercoledì 28 luglio 2010

Il magico, delirante, mondo di Word


Si limitasse a bloccarsi, come bene o male fanno tutti i programmi per computer normali, uno potrebbe anche farsene una rgione. Ma, accidenti, perchè mai quando c'è di mezzo Microsoft si ha sempre l'impressione di essere presi per il naso?

Dopo un paio di anni di militanza più o meno forzata (giusto per conoscere, da bravo giornalista, ciò di cui si è chiamati a parlare) sotto l'indecifrabile Windows Vista, ho pensato bene che fosse ora di finirla e provare almeno a limitare i danni passando a Windows 7.


Questo però, non significa cedere su tutta la linea. Vista (non è un gioco di parole venuto male) l'impossibilità pratica di retrocedre a XP, non restava altra scelta per riuscire a continuare a lavorare senza rimetterci la salute psichica. Per quanto riguarda Office però, fedeltà a oltranza alla versione 2003, anche per non mettere eccessivamente a prova le coronarie.


Sarebbe stato troppo bello! Casualmente, con Windows 7, Word 2003 ha subito manifestato qualche segno di squilibrio. In particolare, messaggi subdoli sul salvataggio dei documenti. Per qualche tempo, tutto è andato più o meno bene, fino a quando nel giro di una settimana, il buon sistema ha deciso di perdere completamente tre documenti.

Anzi, peggio, dal momento che il documento risultava al proprio posto e salvato correttamente, ma alla successiva riapertura risulta corrispondente a un file di dimensione 0 (zero) kb e di conseguenza, assolutamente vuoto.


Naturalmente, per rendere la cosa ancora più paradossale, un messaggio in basso a sinistra [0 caratteri, (valore indicativo)], ci tiene a precisare la dimensione del documento, naturalmente con beneficio di inventario. Lo stesso che farebbe bene a prendersi qualcuno dalle parti di Redmond prima di considerare certi programmi degni di tale nome.

venerdì 21 maggio 2010

Un vulcano da farsela sotto


In un giorno particolarmente triste per i tanti ammiratori di Raimondo Vianello, nel sito Web del Corriere della Sera, non manca una curiosa chicca dal vago sapore gastrointestinale.

In quei giorni nel Nord dell'Europa, ma non solo, ci si trovava a dover fare i conti con le ceneri emesse dal vulcano islandese dal nome improbabile, Eyjafjallajokull, e proprio per questo quasi sempre chiamato proprio vulcano punto e basta.
Il maggior disagio causato dall'eruzione però, non era però quello accusato sa buona parte dei viaggiatori aerei, trovatisi giocoforza a un'nalaisi dettagliata di ogni particolare dell'aeroporto di partenza nel quale si sono ritrovati bloccati per giorni, ma una consegeunza ben più temibile accusata dagli abitandi dell'isola isalndese.

Come sembrerebbe lecito attendersi però, il pericolo non è legato alle emissioni dell'eruzione. D'altra parte, per la popolazione locale si tratta poco più di ordinaria amministazione. In pratica, come qualche Km di traffico in più per il pendolare di una grande città italiana.

In quel vulcano però, c'era qualche cosa di più. Non meglio definito, ma capace di procurare conseguenze ben peggiori, anche per il futuro dell'isola. Viene infatti da chiedersi cosa ne sarà dell'Islanda con una popolazione tutta quanta impegnata ad andare di corpo, o a evaquare volendo usare il termine educato del Corriese della Sera.
E qua meglio fermarsi perchè la la faccenda comincia a puzzare.