giovedì 4 dicembre 2008

Wendy, amico furbetto e un po' idiota

Altro che Facebook, i veri amici arrivano per posta elettronica e non si risparmiano pur di rintracciarti! E si possono avere così tanti amici da non ricordarseli tutti.

Siamo vicini al Natale e uno di questi non ha perso tempo per farmi gli auguri più disinteressati. E' stato così carino che merita un ringraziamento pubblico, anche se dovrò preoccuparmi di ricordarmi bene di chi si possa trattare. Una cosa è sicura, ci deve essere stato un piccolo errore nella stesura (oltre che nella traduzione) del messaggio. Per puro caso, gli è scappato un collegamento a un sito (cancellato), Ma non a quello indicato; a uno il cui nome era tutto un programma e non merita di essere riportato. Prima di tutto perchè siamo in fascia protetta, ma soprattutto perchè non è il caso di regalare visibilità all'idiota di turno. Anche se significherà perdere un amico.

Male che vada, me ne faccio altri cento tra i primi che capitano su Facebook.

Miei cari amici,
Ha un bel giorno!
Mi auguro che ogni cosa sta succedendo anche con voi! Grazie per il vostro sostegno per noi.
Sembra che il tempo di Natale è qui ancora una volta, ed è nuovamente tempo di portare nel nuovo anno. Auguro alla merriest Natale a voi e ai vostri cari, e vi auguro felicità e prosperità per l'anno a venire. Auguro alla merriest Natale a voi e ai vostri cari, e vi auguro felicità e prosperità per l'anno a venire.

Cordiali saluti e Buon Natale!

Cordiali saluti, Wendy Gao yuanda commercio d'esportazione Co, Ltd sito web: xxxxxxxxxxxxxxx

martedì 18 novembre 2008

Il magico mondo dello spam

Come tutti, o quasi, gli utenti di Internet, di spam ne ricevo uno sproposito. La necessità di tenere alcuni indirizzi pubblici non fa che peggiorare la situazione. E, da quanto mi risulta, i messaggi inutili che arrivano nella casella di posta sono solo una minima parte di quelli indirizzati.

Tra proposte più o meno imbarazzanti, pubblicità dal sapore sempre più squallido, soprattutto da società italiane evidentemente all'ultima spiaggia in fatto di marketing, qualche cosa di interessante però si trova sempre.

Non sotto il profilo commerciale naturalmente, ma per il contenuto del messaggio. Così assurdo che sorge spontanea la curiosità di sapere chi mai può rispondere a proposte del genere.

Un esempio? Eccolo. E' gradito qualsiasi aiuto nella traduzione in un linguaggio corrente.

Io spero di ricevere la Sua risposta! Se Lei equipaggia socievole e gentile! Nizza ed interessante! Chi desidera costituire conoscenza con ragazza il bel dialogo. E fra non molto, io entrero in Italia. Io voglio percorrere italy rotondo e studiare suo nella mia strada pubblica. Io posso venire a Lei su riunione familiare o vedere in un'altra citta. Io cavalchero a mio zio. Io aspetto di giro affascinante nel paese del mio sogno! Io voglio impararLa migliori e chiaramente vedere la Sua fotografia! Se Lei vuole, io posso spedirLa alcune le mie fotografie... Io vivo sull'Ucraina a Kiev urbano. Penso, Lei conosce questa citta?! Io non ho problemi finanziari, io non ho problemi con la vita mette a Kiev che e perche io ricevero il mio visto: -) io faccio attenzione a salute mia, e liberamente vado ad alcun paese! Io ho il buono sentire di Umorismo: -) Scriva esatto, dove Lei vive, io guardero su mappa: -)!!! Se Lei vuole conoscersi piu, chieda! Io andro in Italia attraverso molti giorni ed io desiderero trovare amici nel poco familiare paese per me! Io sono aperto per atteggiamenti piu dell'amicizia, ma io penso, essere amici nel primo luogo! Io spero che noi non avremo problemi con comunicazione e noi troveremo molti temi per dibattito: -) Lei puo realizzarmi come al mio e-mail: kisunja1981@gmail.com

giovedì 15 maggio 2008

Lavoro precario addio, basta cogliere l'offerta giusta

Avere un posto di lavoro serio e affidabile (magari anche piacevole e retribuito, ma meglio non esagerare) è sempre più spesso una fortuna da conservare gelosamente. Per questo, soprattutto chi esercita una libera professione non può ignorare qualsiasi proposta di avviare una nuova collaborazione.

Con il trascorrrere del tempo e l'aumentare dell'esperienza (raccomandazioni a parte), solitamente le offerte arrivano di persona, tramite colleghi, conoscenti o chiunque abbia avuto modo di appurare capacità e potenzialità direttamente sul campo.

Ma non sono da escludere anche annunci reperibili su varie pubblicazioni, inserimento in archivi Web di società che raccolgono e propongono personale. E non bisogna trascurare neppure la propria casella di posta elettronica dove, in assenza di proposte serie, ci si potrà sempre consolare verificando quanto possano essere improbabili alcune offerte e quanto ingenui coloro che le inoltrano, al punto che varrebbe la pena di rispondere solo per scoprire cosa ci sta dietro.

Spesso, questi messaggi si limitano a puzzare chiaramente di imbroglio, ma capita a volte che siano così strampalati da meritare di essere letti fino in fondo, anche solo per prendersi una pausa divertente durante il lavoro.

Così un certo Jerry Bonilla intende accaparrarsi le mie indiscusse doti professionali:
Salute!
Noi abbiamo 35 posti vacanti nel Suo Paese, vorremmo invitarLa in questo circolo scelto.
I nostri sondaggi hanno mostrato che l`19% delle persone della Sua paghe mensili e desiderano aumentarle. Percio noi vorremmo offrirLe la possibilita di un lavoro a tempo parziale ore la settimana.
Le occorrera un telefono di contatto preferibilmente cellulare. Il reclutamento avverra fino a fine mese, per ora ci sono rimasti 89 posti vacanti nalla sua citta. Questo e piu facilmente, richiede attenzione e precisione.
Noi le offriremo la formazione e tutto il necessario per il lavoro. Da parte Sua non sono richiesti investimenti.
Noi saremo contenti di fornirle personalmente informazioni aggiuntive. Noi non utilizziamo programmi di risposta automatizzati ed ogni lettera la leggiamo e rispondiamo a mano. Per nostro indirizzoBilljPritchardeyl797@gmail.com
Abbia l`accortezza di scrivere i seguenti Suoi dati:
1. Nome
2. Eta
3. Paese
Devo avvisarLache la risposta potra seguire dopo qualche giorno per l`intasamento dei nostri server di posta, ma stia sicuro che la Sua lettera sara letta e otterra risposta. Manager personale.

Premesso che prima di cominciare a leggere il messaggio non stavo assolutamente starnutendo come può sembrare dal saluto, fare parte di quell'inquietante 19% di non si sa bene cosa mi preoccupa un po'. Anche perchè non ho ben capito quante ore dovrei lavorare, e questo mi preoccupa parecchio.

Forse, potrebbe rassicurarmi la quantità di posti disponibili, anche se la richiesta che cresce così rapidamente da 35 a 89 posti in un paesello di 5.000 abitanti scarsi francamente mi sembra un po' eccessiva. Comunque, è tranquillizzante sapere che tutto questo richiede attenzione e precisione.
Intanto che aspetto la lettera scritta a mano (carta e penna?) per poter entrare in questo imperdibile circolo scelto, credo però sia opportuno attendere prima di lasciare le mie attuali collaborazioni. Sarò anche diffidente, ma c'è qualcosa che non quadra.

lunedì 14 aprile 2008

Le pericolose inclinazioni della Svizzera

Sono pochi i Paesi al mondo che possono vantarsi di essere multiculturali quanto la Svizzera. I Rossocrociati infatti, in uno spazio e una popolazione poco più grande della Lombardia, convivono felicemente destreggiandosi tra ben quattro lingue ufficiali. Sì, perchè nonostante siano ben pochi, anche tra gli elvetici, ad avere la minima idea di che cosa si tratti, anche il Romanzo è considerata lingua ufficiale.
Come se non bastasse, per evitare di turbare i delicati equlibri sui quali si regge la Confedereazione, molto spesso nelle relazioni interpersonali tra soggetti di cantoni con lingua diversa non viene utilizzato il tedesco, l'idioma più diffuso, ma l'inglese, vera e propria lingua franca il cui impiego permette di respingere qualsiasi accusa di voler imporre un idioma a scapito degli altri tre.

Questa curiosa situazione non è priva di conseguenze interessanti. Da una parte, una fetta consistente di svizzeri è in grado di parlare almeno due tra le lingue più diffuse, ma la media è decisamente più vicino al trittico tedesco-francese-inglese, grazie ai quali gli elvetici sono in grado di cavarsela in buona parte del Pianeta.

In una Nazione che punta molto sul turismo pur facendo fattica ad accettare regole, abitudini e gusti dei turisti, questa condizione può portare anche a situazioni curiose. Per esempio, quella incontrata in un grazioso albergo di Alpenstatt, nel Canton di San Gallo a un tiro di schioppo dal confine con Austria e Germania.

Preso dal desiderio di mostarsi al tempo stesso lungimirante, ospitale ed eco-compatibile, il gestore dell'hotel non ha esitato ad affiggere in tutte le camere un cartello per richiamare a un uso consapevole della biancheria da bagno.

Non è questa naturalmente la curiosità, ormai presente in quasi tutti gli alberghi (a patto che non si trovino in Italia). A strappare qualche cosa di più di un sorriso, è l'improbabile traduzione italiana di questo messaggio.


Già il punto esclamativo a chiudere il titolo, da più l'idea dell'imperativo che del semplice invito, ma è il testo che rivela una comicità tanto elevata quanto involontaria. La curiosa unità di misura impiegata per gli asciugamani, le tonnelatte (ma non così astrusa per un Paese che ha quasi più mucche che abitanti) è niente rispetto al problema basilare per il quale si fa affidamento sul buon senso dei gentili ospiti (!, oserei aggiungere).

Mai e poi mai avrei immaginato che asciugandomi la faccia avrei potuto creare seri problemi di 'inclinazione' alle acque svizzere. Nel timore, ho usato la stessa salvietta per tutto, (bidet escluso, il gestore mi perdonerà).

Certo, mi sono ritrovato con la faccia un po' più umida, ma almeno sono rientrato a casa convinto che la prossima volta ritroverò la Svizzera ancora al suo posto e non minacciosamente inclinata.

mercoledì 27 febbraio 2008

Meno male che c'è il Riccardo. (E purtroppo non è Kaka)

Vorrei ringraziare pubblicamente il signor Riccardo. Questa gentilissima figura, lavora al servizio del Milan A.C. (per la costruzione e la manutenzione di muri di gomma, da quanto ho capito), la società Campione del Mondo (per i calciatori) che va tanto fiera del suo 'stile'. Purtroppo (o per fortuna) non si tratta del famoso Kaka, esempio di ben altra portata.

E' la stessa persona che dopo il curioso incidente che mi aveva visto protagonista in quel di Milanello qualche settimana fa e le mie successive rimostranze, aveva promesso di interessarsi al caso. Il caso lo deve avere interessato veramente tanto, se è vero che dopo due settimane non ne era ancora venuto a capo.

Ho deciso allora di farmi nuovamente vivo, giusto per sapere se lo 'Stile Milan' aveva consentito di arrivare a una conclusione. Dopo qualche tempo, arriva una telefonata del Signor Riccardo, probabilmente appena terminata la lezione n. 7.238 del corso di autostima. Con una freddezza di rara intensità, a voler chiaramente sottolineare di essere stato impunemente disturbato, si presenta (si guarda bene dal qualficarsi, ma d'altra parte è così famoso), dopodichè esce con un: "Allora?".

Superato il momento di smarrimento, riesco a ricollegare il nome alla società. Alla domanda se alla promessa di interessamento era seguito un riscontro, la risposta è: "Niente! Ho chiesto alla mia collega e ho avuto modo di appurare come lei si sia comportato in modo estremamente maleducato". Urca, siamo in presenza di un delitto di lesa maestà.

Mi scusi signor Riccardo, ma la risposta era veramente prevedibile. Io sapevo già almeno da due settimane che sarebbe andata così. Peccato non aver potuto scommettere sul fatto che la versione della signora (che resta tuttora anonima) fosse presa per oro colato, senza dare il minimo credito alla mia. D'altra parte, offrendo dimostrazione di grande serietà professionale, perchè perdere tempo con un giornalista che alla fine dei conti non è in grado di creare alcun problema alla società? Solo perchè si tratta una persona qualsiasi? Ma stiamo scherzando?
Comunque, le auguro che questa cieca difesa d'ufficio porti al suo bel tornaconto.

Sforzandomi per trattenere sia la rabbia sia le risate, sono tuttavia riuscito a scoprire alcune cose che rendono la vicenda ancora più grottesca (squallida lo aggiungo dopo perchè verrebbe quasi da ridere se non ci fosse da piangere) di quanto non lo fosse già in partenza.

A insospettire la solerte tutrice, non solo la mia potentissima e pericolosissima macchina fotografica (vorrei sottolineare, di livello decisamente amatoriale), ma soprattutto la posizione che avevo assunto per le foto. Vista la situazione di totale controluce del campo di allenamento, ero infatti arrivato all'imprevedibile e sospettosa pensata di collocarmi vicino all'unico albero poco distante presente in zona, così da scattare all'ombra.

Questa decisione avventata, senza 'ombra' di dubbio, è stata intepretata come manifesta volontà di scattare fotografie di nascosto. E' uscito naturalmente che ero anche l'unico, mentre in realtà c'erano almeno altre due persone che avevano 'copiato' la mia idea imprevedibile ed altrettanti che si stavano avvicinando, ma che probabilmente hanno desistito a causa del mio comportamento inqualificabile. Così inqualificabile e maleducato che dei circa cento presenti nessuno l'ha notato, responsabili Microsoft prima di tutto, solitamente molto attenti (e mi viene spontaneo sottolinare, gentili e professionali).

Come peraltro ha ammesso lo stesso Riccardo. Il quale dunque, ha confermato di essere nei paraggi, senza ritenere opportuno di dover intervenire, ma al tempo stesso dà credito totale e indiscutibile alla versione della signora (la s minuscola non è un refuso) che mi accusa di aver reagito in modo estremamente scomposto e maleducato. Naturalmente negando di avermi accusato di voler vendere le foto. Complimenti anche a lei per la coerenza.

Mannaggia, meglio fermarsi qui, altrimenti mi crolla del tutto un mito che ha accompagnato i miei primi quarant'anni.

Geppe
P.S.
E' inutile che insistete. Lo so che foto così belle del Milan non le avete mai viste, ma proprio non posso venderle. Al limite, le regalo.

L'imbarazzante profilo che emerge dalla casella di posta

Come insegnano i migliori film polizeschi, una delle risorse più interessanti per un investigatore che deve scoprire le abitudini di un sospetto è rovistare tra la sua spazzatura. Applicare un principio del genere ai ritrovamenti che si fanno in giro per boschi e territori annessi porterebbe a risultati inquietanti, ma non è questo il centro del discorso.

Mi sono chiesto invece che descrizione si potrebbe ricavare da una persona analizzando la sua casella di posta elettronica. In fondo, anche qui di spazzatura se ne trova tanta, ed è proprio analizzando questa che si può arrivare a conclusioni decisamente curiose.

Ho deciso di fare da cavia e sottopormi a questo importante esperimento scientficio. Sfruttando il lavoro svolto dal mio programma anti-spam, esaminando il contenuto della relativa cartella di posta del sottoscritto esce un'immagine decisamente imbarazzante, probabilmente anche poco raccomandabile.

Per prima cosa, ho seri problemi nelle mie prestazioni intime. Praticamente un messaggio su due è un'offerta di pillole adeguate a prezzi, ovviamente, imbattibili. A giudicare dal numero di fornitori, o sono un caso senza speranza, oppure un maniaco sessuale che non riesce a superare i cinque minuti di astinenza. Forse potrei pensare seriamente a una carriera cinematografica nel settore.

Per sostenere questo passatempo però, servono molti soldi. Ecco quindi che faccio un uso molto esteso dei miei conti online. A giudicare dalla posta, ne posseggo diversi, forse per non attirare i sospetti e distribuire meglio le spese. Banca Intesa, Banca di Roma e Poste sono i più usati, ma non gli unici. L'esuberanza indotta dall'uso frequente delle pastiglie però, mi porta spesso a sbagliare i codici di accesso, così che più volte al giorno vengo invitato a confermarli.

Siccome questi conti restano bloccati fino a guando non visito il sito indicato per inserire nuovamente tutti i dati personali (quindi a vita), in alternativa posso usare la mia carta di credito. Ho così scoperto via e-mail di essere non solo titolare di CartaSì, ma anche di essere particolarmente fortunato. Sono infatti letteralmente sommerso da una serie di vincite per importo di diverse centinaia di euro (a volte stranamente anche di dollari).

Tutta questa intensa attività virile però, mi crea anche qualche problema. Nonostante i frequenti avvisi, faccio fatica a restare dietro ai pagamenti. Ecco quindi che prontamente non mancano solleciti. E, trattandosi di avvocati, il tono è decisamente perentorio. Al punto che merita di essere riportato fedelmente.

Gentile Cliente,Da un nostro controllo contabile non ci risulta a tutt'oggi il pagamento della fattura P.N. 335624-1 dell'importo di Euro 4.329,50. Se la fattura risulta gia saldata o se ritiene possa sussistere un errore cotabile la invito a prendere visione del conto da pagare attraverso il nostro: [rimosso l'indirizzo web]. In difetto, provvederò ad agire nelle sedi opportune, senza ulteriore preavviso.
Distinti saluti.
Dott.Avv. Giancarlo Gentiloni


Questo carissimo (in tutti i sensi) quanto presunto avvocato deve passarsela decisamente bene. Almeno a giudicare dal numero di fatture emesse. Pur con tutte le attenuanti del caso, consiglierei inoltre al Dr Gentiloni di ripassarsi un po' di italiano.

Avere a che fare con gli avvocati è sempre una scocciatura. Quindi, nella sfortunata eventualità di doversi trovare a pagare la parcella, meglio cercarsi dell'altro lavoro. Per fortuna che la mia fama è arrivata all'estero, al punto da ricevere proposte imperdibili. Per chi non ci credesse, ecco una delle eccezionali proposte. Naturalmente, esclusiva. Come l'italiano dell'autore

Benvenuto in WPP Group!
Noi siamo lieti che Lei desidera di unirsi con la nostra squadra! Lei deve collaborare con noi e occupato come presentante della societa (manager regionale), ritenere il dovere di partecipare nei operazioni con clienti. Per Lei sara nacessario rapidamente ricevere pagamenti.
Questo ? un modo migliore per offrire un nuvo servizio finanziario per nostri clienti grazie alla sua collaborazione. Percio questo lavoro Vi porta via soli 2-3 ore al giorno.
Il lavoro non?e complicato e tipico. Lei deve realizzare gli pagamenti per I nostri clienti. I nostril manager sarano alla vostra disposizione tutto periodo di prova e spiegare tutto che ? necessario per la collaborazione con noi. Vi offriremo un stipendio fluttuante: il primo mese Lei gudagna fino a 2000$ e successivamente tutto dipende da Lei - lavora di piu e guadagno aumenta molto veloce.
Rimasto da fare solo un passo per iniziare una buona.carriera.
Manda un e-mail al indirizzo: xxxxx
Nella lettera indicare il numero di telefono e un'ora conveniente per chiamata. Cosi i nostri manager avranno la possibilita di collegarsi telefonicamente con Lei e rispondere a tutti I vostri domande..



Gregory Thompson
HR Manager WPP Group

Nel malaugurato caso dopo tutte qeste avventure qualche cosa dovesse inspiegabilmente andare storto e ritrovarmi in un mare di guai, non c'è comunque da preoccuparsi. Evidentemente, si tratterebbe di un sortilegio, ma il rimedio è già a portata di mano. Anzi di mail.

Ciao Carissimo !
Mi dispiace proprio averti dovuto inviare questa lettera ma come già tante persone ho sperimentato l'inadempienza a talune indicazioni fornite dal "Gatto Nero".
Lo so ti stai chiedendo di cosa si tratta , ed io te lo spiego in 4 parole.Sei stato raggiunto dalla celeberrima email del Gatto Nero, mai una mail ha portato più sfortuna a chi la riceve se non segue una semplice sciocca indicazione. Ti consiglio caldamente di seguire l'istruzione, non è pericoloso, non devi usare denaro, non comporta null'atro che la tranquillità di non essere colpiti dalla maledizione del gataccio.
Scusa moltissimo se ti ho inviato questa sfiga ma qualcuno che ne conosce le potenzialità me la sta mandando a rotta di collo ed ho concluso il giro delle persone che conosco.
Credimi il gesto è semplice.. non farlo è una stupidaggine
ciao il tuo affezionatissimo Anonimo.

Begli amici, verrebbe da dire.... Sempre che con tutto il daffare di cui sopra ne sia rimasto qualcuno. Magari, disposto a venirmi a trovare in qualche ricovero per malattie mentali.

martedì 12 febbraio 2008

Lo stile Milan preso a calci. Parola di tifoso

Cosa c'è di più bello per un tifoso che essere invitato come giornalista a una conferenza stampa proprio nel centro dove si allena la squadra del cuore? dopo un paio di tentativi andati a vuoto per la difficoltà di combinare i turni di lavoro, questa volta l'invito a Milanello per la presentazione di un accordo tra il Milan e Microsoft non mi sarebbe scappato. Ma il sogno si sarebbe presto trasofrmato in incubo.
Abbastanza professionale da riuscire a nascondere la componente emotiva, mi presento così con tutti i colleghi sul luogo indicato. Dopo i convenevoli di rito, tutti insieme veniamo accompagnati nella zona indicata per assistere agli allenamenti. Dotato come tutti (compresi i non milanisti) di macchina fotografica, ho quindi cominciato a scattare alcune fotografie.

Dopo qualche minuto però, mi vedo avvicinato da una signora la quale, senza qualificarsi e senza chiedere chi fossi e cosa stessi facendo, mi intima bruscamente di smettere di scattare. Decisamente sorpreso, per non dire sbalordito, provo a chiedere chiarimenti sul perchè di tale divieto rivolto solamente a me, dal momento che praticamente tutti i giornalisti stavano facendo la sterssa cosa. Ebbene, mi è stato risposto che con la mia macchina fotografica non ero autorizzato, perchè avrei potuto venderle.
Il pericolosissimo strumento in questione altro non è che una reflex a livello amatoriale (e neppure dei più elevati), di qualità assolutamente paragonabile (per qualità, caratteristiche e prezzo) a numerosi modelli appartenenti alla fascia delle cosiddette 'compatte'. Insomma, qualcosa che un fotografo professionista utilizzerebbe solo per divertimento.

Da non trascurare anche il fatto che il punto di osservazione si trovava a diverse decine di metri dai calciatori, per di più controluce (la foto di apertura è una di quelle venute meglio). A queste mie rimostranze, mirate esclusivamente all'impossibilità materiale di ottenere un prodotto di livello commerciale, la risposta stizzita della signora è stata di bollarmi come maleducato e, subito dopo, intimarmi di essere espulso dal centro.

Inutile negare che trattamenti del genere non sono una rarità per i giornalisti meno accreditati e popolari, e questo tutto sommato si può anche accettare, ma trovo che questo comportamento resti comunque inqualificabile.

Quando avevo ricevuto da parte di Microsoft l'invito, ero rimasto particolarmente contento di avere l'occasione di trascorrere una mattinata memorabile e portare a casa qualche impagabile ricordo a livello personale. E in effetti è andata così, la giornata è stata di quelle che, a livello sia umano sia professionale, non si dimenticano. Ma sinceramente, credevo lo sarebbe stata per altri motivi.

Alla faccia dello stile Milan. Parola di tifoso da 40 anni e più.

giovedì 7 febbraio 2008

Cambio numero, spendo (meno) comunque

Per scaramanzia, ho voluto aspettare qualche giorno, ma ora che tutto sembra essere andato in porto, si può parlarne senza remore. Alla fine il passaggio Vodafone-Wind si è concluso con un tentativo Vodafone poco più di facciata. Circa due ora prima della scadenza per trasmettere la documentazione a Wind, ha infatti chiamato una gentile signora convinta di avere in mano la carta vincente.

Per mia fortuna, in quelle due ore avevo di meglio da fare, ragione per cui la vantaggiosa proposta è stata presa in considerazione a tempo scaduto. In pratica, si trattava di avere a metà prezzo un certo ammontare di minuti in telefonate. Peccato che i minuti erano circa il doppio di quanto necessario. A conti fatti comunque, circa tre euro in meno della mia spessa media mensile. Il tutto, naturalmente, per 12 mesi e non uno di più.

Al di là di questi dettagli, la vicenda mi ha permesso di fare luce sugli aspetti più reconditi delle tariffe della telefonia mobile. Un esempio a caso: abbonamento a 9 centesimi al minuto (ignoriamo per non scadere nel volgare i 15 centesimi per ogni SMS). Offerta decisamente interessante, peccato che alcuni dettagli siano praticamente nascosti. Prima di tutto, lo scatto alla risposta di 16 centesimi, praticamente quanto serve a recuperare l'ingiustificato balzello riscosso su ogni ricarica abolito per legge (per legge però resta l'anacronistica tassa di concessione governativa) e magari a guardagnarci anche qualcosa. Poi, la tariffazione ogni 30 secondi.

Il che significa, per una chiamata di 31 secondi, 16+4.5+4.5=25 centesimi. Se la matematica non è un'opinione, non 9 ma 48.39 centesimi al minuto. In pratica, 5 volte quello sbandierato.

Mi sono tolto la curiosità di andare a vedere cosa succede all'estero. In Svizzera (una nazione non propriamente economica rispetto all'Italia), il principale operatore per un fisso mensile di 12 franchi svizzeri (circa 8 euro), permette di parlare a 0,8 centesimi (0,55 eurocent) all'ora. Proprio così, non è un errore, ottanta centesimi di franco svizzero all'ora! In pratica, salvo rare eccezioni un costo fisso per ogni chiamata.

Avevo già seri sospetti sulla reale concorrenza tra gli operatori della telefonia mobile in Italia. Ora, decisamente non ne ho più.

sabato 26 gennaio 2008

Portabilità ad ostacoli

Da diversi giorni, anzi settimane, sono impegnato a trasferire, anzi cercare di trasferire, il numero di telefono del cellulare da Vodafone a Wind. Già da tampo le tariffe del primo operatore non mi soddisfacevano più, ma un'analoga richiesta di portabilità avanzata un anno fa aveva per lo meno prodotto un rilancio da Vodafone: dodici mesi a condizioni decisamente interessanti. Con la promessa che, se mi fossi trovato bene, mi sarebbero state confermata in via definitva.

Nautralmente, scaduti i 12 mesi nessuno si è fatto vivo e nessuno ha dato credito alla mia tesi. Di conseguenza, non tanto per gli effettivi vantaggi promessi da Wind, tutti da verificare anche se certamente almeno allo stesso livello, quanto per questo comportamento è maturata la decisione di cambiare il numero.

Ma qui è cominciata una movimentata avventura. Primo passo, trovare su Internet un rivenditore Wind. Compito facile, tanto fa potervisi recare in pochi minuti. Ma, con già il contratto e la fotocopia dei documenti in mano, sorge il primo ostacolo. Avendo scelto una forma di abbonamento e non di ricaricabile (non sopporto l'idea di pagare in anticipo una quantità di telefonate, che non mi vengono neanche riconosciute tutte), è necessario recarsi in un punto Wind.

Ritorno a casa, nuova consultazione sul Web, e relativa trasferta nella vicina cittadina per espletare il tutto. Secondo contrattempo, il punto Wind individuato è privo di SIM (più o meno come se il concessionario d'auto avesse finito le automobili).

Ritorno a casa, terza consultazione del sito Wind (sorge la tentazione di chiedere un bonus per ogni pagina visitata) e nuova trasferta. Questa volta non è più un negozio generico che si occupa anche di telefonia (con commessa peraltro indaffarata in tutt'altro e vagamente scocciata dal mio arrivo), ma un centro di telefonia cellulare vero e proprio. Non solo le tessere Wind sono esaurite, ma, come comunica la commessa, non ne prenderà più perchè a breve diventerà punto Vodafone. Ahi, non è esattamente la notizia che uno vuole sentire da un professionista quando sta facendo esattamente il percorso inverso.

Decido così di prendere qualche gionro di riflessione, per rivalutare meglio le condizioni. Nel frattempo, come caldeggiato dal sito Wind, chiedo un contatto via email. Prontamente, il giorno dopo vengo contattato per telefono da un accorto operatore che mi colpisce con una raffica di vantaggi da togliere il fiato (a lui, dalla velocità con cui le ha dette). Mi lascia con la promessa di richiamare dopo pochi giorni per avere mie notizie. Sto ancora aspettando.

Nel frattempo, prosegue la ricerca di negozi. Ormai abbiamo superato il raggio dei 15 Km da casa. Vale quindi la pena di fare un tentativo con il numero verde, il quale rimanda a un altro call center, il quale rimanda al numero riservato alle aziende e ai liberi professionisti.

Ormai seriamente provato, come per miracolo trovo finalmente una gentile signora che in tutta calma e chiearezza mi illustra tutti i dettagli, consigliandomi anche quali opzioni valutare. Vista la fatica per arrivare a questo punto, pur di chiudere la faccenda (vuoi vedere che è una strategia di vendita a lungo elaborata?) decido per la sottoscrizione.

Cala il silenzio per qualche giorno. Una nuova chiamata permette di scoprire la pratica "è partita proprio ora" (molto sospetto; praticamente è stata recuperata dal fondo di una pigna di fogli, se non dal cestino) e che a giorni sarà tutto risolto.

E così è, (sembra) infatti. Nel giro di 24 ore vengono recapitati un nuovo telefono e la relativa SIM (con consegne distinte...).

Sembra tutta discesa. Ora la palla passa a Vodafone che deve dare seguito alla richiesta di portabilità. Pochi giorni dopo Wind comunica una data da lì a una settimana. Da Vodafone invece, è calato il silenzio.

Poco prima dello scadere della settimana, da Wind arriva una nuova comunicazione via SMS. Una nuova data, alcuni giorni dopo quella prevista in precedenza per "mancata autorizzazione da parte di Vodafone". Alla faccia della trasparenza e della legge: ora è Vodafone che deve autorizzare una mia scelta?

Ma, in realtà, era tutta una scusa per guadagnare tempo e studiare una contromossa adeguata a non lasciarsi sfuggire un cliente fondamentale come il sottoscritto. E, infatti, l'offerta è adeguta: possibilità di parlare per un anno con il numero You & Me a costo zero. Fatti i conti, il mio valore commerciale per Vodafone è qualcosa come un paio di euro al mese. Forse anche troppi, sì ma per restare un minuto di più.

lunedì 7 gennaio 2008

I temerari sovversivi del tergicristallo

Quello spirito bonario, sincero o meno, che solitamente si diffonde durante il periodo delle festività, sembra invece non riguardare alcune persone, che non si rilassano mai.

Non mi riferisco tanto a quelli che non smettono mai di lavorare, ma all'ignoto/a (e già questo la dice lunga sulla sua attendibilità) soggetto che qualche giorno fa ha lasciato un curioso volantino sotto il tergicristallo della mia auto.

Appurato rapidamente che non si trattasse di una contravvenzione e buttato come al solito nella zona 'immondizia' dell'abitacolo (anche se considero tutti i volantini di carta straccia, non li butto per terra), pronto a cestinarlo definitivamente alla prima occasione. Tra un semaforo e l'altro però, mi cade l'occhio sul contenuto, così da constatare che non si tratta della solita inutile pubblicità.

Il messaggio è infatti la fotocopia di un foglio di quaderno scritto a mano, e anche abbastanza sgrammaticato. Il primo pensiero è che si possa trattare di una richiesta di soldi da qualche mendicante nei dintorni pronto a farsi vivo. La realtà, purtroppo, è ben più squallida.

Il testo è un delirante attacco contro i tanto odiati 'americani' e tutte le angherie (a detta del coraggioso autore anonimo) alle quali costringono in mondo intero e l'Italia in particolare.

Nel tentativo di dare più sostanza alla denuncia, si coinvolgono anche la Chiesa (scagliarsi contro il Vaticano fa sempre effetto per un aspirante ribelle rivoluzionario anticonformista) e la rinomata influenza a livello mondiale dell'attuale opposizione nostrana.

Tra accuse degne della trama di un film di spionaggio di modesta fattura e inviti a sollevazioni di massa, il testo sarebbe quasi divertente, se non contenesse inviti neanche tanto espliciti a compiere atti di protesta che in genere sono il pretesto per violenze e vandalismi gratuti e indiscriminati.

Più che soffermarmi sul testo completo, (visibile qui, visto che comunque merita una lettura), il mio pensiero è andato prima di tutto alle persone chiamate in causa. Fermo restando che l'attuale Presidente degli USA difficilmente passerà alla storia per i propri meriti, mi sono chiesto che opinione potrebbe farsi degli italiani un americano che dovesse leggere tale manifesto.

Non ci è voluto molto a verificare la situazione. Qualche tempo fa ho conosciuto un ragazzo nato e cresciuto negli Stati Uniti e venuto a mettere su famiglia da queste parti (francamente, non ha l'aria di una spia o di un colonizzatore). Gli ho presenteto il volantino un po' imbarazzato, e ho ricevuto in cambio una grande lezione di stile. Brian, questo il suo nome, con il suo simpatico italiano yakee, non si è scomposto più di tanto. Anzi, forse per non mancare di rispetto al Paese che lo ospita, è arrivato ad affermare che su certe cose si potrebbe anche discuterne.

Già, mi è venuto in mente, solo che per discutere bisogna essere in due, ed è abbastanza problematico se chi lancia le accuse strepita e basta e subito dopo si nasconde.