venerdì 21 maggio 2010

Un vulcano da farsela sotto


In un giorno particolarmente triste per i tanti ammiratori di Raimondo Vianello, nel sito Web del Corriere della Sera, non manca una curiosa chicca dal vago sapore gastrointestinale.

In quei giorni nel Nord dell'Europa, ma non solo, ci si trovava a dover fare i conti con le ceneri emesse dal vulcano islandese dal nome improbabile, Eyjafjallajokull, e proprio per questo quasi sempre chiamato proprio vulcano punto e basta.
Il maggior disagio causato dall'eruzione però, non era però quello accusato sa buona parte dei viaggiatori aerei, trovatisi giocoforza a un'nalaisi dettagliata di ogni particolare dell'aeroporto di partenza nel quale si sono ritrovati bloccati per giorni, ma una consegeunza ben più temibile accusata dagli abitandi dell'isola isalndese.

Come sembrerebbe lecito attendersi però, il pericolo non è legato alle emissioni dell'eruzione. D'altra parte, per la popolazione locale si tratta poco più di ordinaria amministazione. In pratica, come qualche Km di traffico in più per il pendolare di una grande città italiana.

In quel vulcano però, c'era qualche cosa di più. Non meglio definito, ma capace di procurare conseguenze ben peggiori, anche per il futuro dell'isola. Viene infatti da chiedersi cosa ne sarà dell'Islanda con una popolazione tutta quanta impegnata ad andare di corpo, o a evaquare volendo usare il termine educato del Corriese della Sera.
E qua meglio fermarsi perchè la la faccenda comincia a puzzare.