giovedì 24 novembre 2011

Forse, magari potrebbe essere vero. Ma anche no

Una delle lezioni più importanti dei corsi di giornalismo riguarda l'affidabilità della notizia e di conseguenza la credibilità dell'autore.

In questo caso, meglio parlare proprio di autore più che di giornalista vista la professionalità dimostrata.

Una regola base del mestiere vuole che se la notizia c'è si pubblica, altrimenti si lascia stare. Soprattutto, un giornalista può definirsi tale quando l'utilizzo del condizionale è effettivamente giustificato dal contesto e non diventa una sorta di scudo di fronte a probabili svarioni. In pratica, o la notizia è confermata e allora si usa il presente o la fonte non è verificabile e allora non si pubblica.

La smania di strillare un titolo o di sgomitare nel magico mondo delle 'cose' pubblicate online porta però ad abitudini nel migliore delle ipotesi definibili curiose.

Nel caso specifico, la possibilità di aver pubblicato qualche cosa di non vero fa addirittura parte del sommario. In pratica, il fautore di questo capolavoro pretende di dare una notizia mettendone in dubbio l'affidabilità. Cioè, mette in discussione sè stesso.

Grandioso esempio di autocialtroneria. Senza condizionale.


lunedì 19 settembre 2011

Supplemento di lavoro tra scuola e Tar


Quando si parla di scuola, l'attenzione alla lingua italiana dovrebbe essere ai massimi livelli. A maggior ragione, quando se ne parla su un quotidiano. Per giunta, uno di quelli più noti d'Italia.

Oppure, forse è proprio per dare uno spaccato più fedele della scuola italiana, e del livello di un certo giornalismo nostrano, che Corriere.it ha saputo abilmente racchiudere il tutto in una parola all'interno del titolo.

Certo, resta il dubbio di come mai riusciranno a combinarsi i professori, la scuola e questi misteriosi supplementi. Con buona pace dei supplenti, ancora una volta bistrattati.


Giustizia da marciapiede

Non solo a Napoli, ma i n tutta Italia, gli Enti Pubblici devono affrontare grandi difficoltà dal punto di vista economico. Anche i protagonisti della cronaca recente d'altra parte non se la passano tanto ben, Quello che però succede nel capoluogo della Campania sembra andare oltre ogni immaginazione.

Secondo quanto riportato da Corriere.it infatti, i tempi degli uffici sfarzosi e delle grandi auto impiegate dai personaggi alla ribalta sono un ricordo del passato.

Come precisa accuratamente la didascalia, il Sig.Bisignani non se la passa più tanto bene al punto da girare con un comunissimo scooter, spacciato per qualche strana ragione come automobile.

Ma a sorprendere, sono le condizioni in cui si ritrova a lavorare nientemeno che un Gip, con un ufficio ridotto a una precaria bancarella circondata da veicoli posteggiati casualmente e l'immancabile accumulo di rifiuti.

giovedì 19 maggio 2011

La versione bellica dell'uomo cannone

In quella miniera di strafalcioni che si sta rivelando Corriere.it, l'ultimo regalo arriva da un giornalista alle prese con il conflitto in corso il Libia. Lo scontro deve essere certamente cruento e diverse persone ci stanno rimettendo la vita. Tra questi sfortunati però, uno in particolare risulta vittima di un incidente decisamente fuori dal comune.

Un francese sarà infatti ricordato non per particolari meriti ma per essere stato vittima di un "corpo di arma da fuoco".

Difficile immaginare di cosa possa trattarsi in realtà. Forse, di una sorta di arma messa a punto da combattenti a corto di mezzi che hanno così pensato di arrangiarsi al meglio, sacrificando un compagno circense e adattandolo a un particolare tipo di uomo cannone.

Fatto sta che in una questione tanto delicata, un po' più di attenzione difficilmente potrebbe risultare fuori luogo.

giovedì 12 maggio 2011

Mille ragazzi saggi, un giornalista superficiale

Qualche giorno fa, gli studenti di Busto Arsizio e dintorni sono scesi in piazza per un'iniziativa tanto insolita quanto lodevole.

Invece della usuale manifestazione di protesta contro qualcosa, hanno voluto dimostrare compatti impegno e forza di volontà contro l'avanzata delle cosche mafiose in Lombardia.

Iniziativa in grado di sostenere da una parte il lavoro svolto proprio in quei giorni dalle forze di polizia, con diversi blitz di successo, e dall'altra di dimostrare come sia possibile frenare il fenomeno senza stare a guardare.

Chi invece sembra aver preso con una certa superficialità l'evento è l'autore dell'articolo, o almeno quello del titolo nell'articolo pubblicato su Corriere.it.

Sembra infatti non sia stata posta grande attenzione a verificare dove si trovi in realtà Busto Arsizio. Invece di affidarsi all'intuito o a un fugace sguardo a una cartina, o magari alla consulenza del primo passato nei paraggi, spendere qualche secondo ad approfondire (magari sul Web visto che si tratta di una testata online) l'esatta posizione di Busto Arsizio (per la cronaca, in provincia di Varese) sarebbe risultato utile a infondere un sentimento di professionalità nei confronti dell'autore.

Avrebbe potuto così scoprire, probabilmente con una certa sorpresa, che collocarla nel milanese equivale più o meno a sostenere che Salerno si trova nel napoletano.

martedì 12 aprile 2011

Le strane mutazioni degli scienziati cinesi


Tra i fondamenti del giornalismo che in genere vengono (o dovrebbero) essere insegnati alle nuove leve, oltre ai principi dell'etica del mestiere, rientra un buon rapporto con la grammatica e la sintassi.

In particolare, tra i casi didattici citati come esempio di errori grossolani, rientra l'utilizzo del termine
suo (in questo caso loro) al posto del più corretto proprio.

Senza la pretesa di entrare nei dettagli della questione da un punto di vista rigorosamente stilistico, anche gli insegnanti più accondiscendenti in certe situazioni non transigono, soprattutto al fine di evitare brutte figure. Se da una parte molto spesso si tratta di applicare un linguaggio magari meno puro ma più vicino a quello parlato dalla gente e quindi più facile da capire, l'uso disinvolto porta facilmente a curiose ambiguità.

Un esempio interessante lo fornisce questa volta il sito di la Repubblica, dove da una certa superficialità nell'affrontare l'argomento, e dalla quale emerge una considerazione non esattamente elevate dei possibili lettori, ne deriva una notizia effettivamente insolita.

Da come è stato scritto il sommario infatti emerge che dei ricercatori cinesi, per ragioni che sarebbe interessante scoprire, a seguito di una manipolazione genetica hanno probabilmente ottenuto risultati ben diversi da quelli attesi.

E' infatti clamoroso scoprire come a seguito dell'operazione gli stessi scienziati si siano messi non solo a produrre latte, ma che si tratti anche di latte materno. Resta poco chiaro il legame tra la manipolazione delle mucche e il fatto che i ricercatori si siano messi a produrre latte, ma su questo è meglio non indagare.

lunedì 4 aprile 2011

Quella cifra misteriosa promessa alla Tunisia


I centri di accoglienza in Italia sono uno degli argomenti più discussi degli ultimi tempi. L'ondata di immigrati in arrivo dal Nord Africa ha certamente creato scomiglio in tante persone e reso la vita difficile ad altrettante. In questi casi però, sarebbe sempre meglio cercare di mantenere il controllo.

Quello che non sembra essere riuscito per intero all'autore di un articolo sul sito Web di Corriere.it. dove l'effetto di tutto questo trambusto si è trasformato in una curiosa cifra promessa alla Tunisia in cambio di una maggiore sorveglianza.

A meno che le virgolette non srvano proprio ad attribuire per intero l'affermazione all'intervistato, ipotesi decisamente poco probabile dalla quale eventualmente sarebbe stato lecito attendersi una interpretazione, l'effetto risultante è decisamente interessante.

Più semplicemente, forse l'autore un po' egocentrico ha trovato un modo per mettersi al centro dell'attenzione.

giovedì 24 marzo 2011

Quell'oscuro legame tra l'Amministratore Delegato e la giornalista


La comodità degli strumenti Web per impaginare gli articoli è talmente fuori discussione che a volte può giocare brutti scherzi. Soprattutto per chi non conosce la fisionomia dell'Amministratore delegato di Telecom Italia Franco Berbabè, la fotografia a corredo dell'articolo de Il Sole 24Ore può sollevare qualche perplessità. Quale destino può infattti aver colpito la giornalista per ritrovarsi con un aspetto, professionale sì, ma non esattamente il prototipo della femminilità?


Per chi invece lo conosce, i dubbi sono di altra natura. Qualcuno potrebbe infatti sospettare che il dirigente abbia voluto soddisfare qualche desiderio recondito e assumere un nome del tutto diverso, pur non rinunciando alle proprie sembianze.

In ogni caso, riuscire a cogliere al primo sguardo la differenza tra titolo, sommario, eventuale foto e autore (o come in questo caso, autrice) dell'articolo forse comporterebbe qualche secondo di cura in più degli impaginati, ma aiuterebbe a contenere i bizzarri effetti collaterali come questo.

mercoledì 23 marzo 2011

Tra e titolo e sommario ci rimette la matematica


Da qualche giorno a questa parte viene da dubitare sul postulato secondo cui la matematica non è un'opinione. Dopo le personali interpretazioni sulle cifre del nuovo browser Microsoft, anche la classifica del Campionato di Calcio di Serie A incontra qualche problema.


O meglio, la versione online del Corriere della Sera e i relativi redattori hanno qualche problema con la matematica. Titolo e sommario fanno infatti fatica ad andare d'accordo; con tutti i mezzi a disposizione per ocmunicare non sarebbe stato male vedere i relativi responsabili provare a usarne con profitto almeno uno.


Con buona pace dei milanisti, la ragione è dalla parte del titolo, ma la dimostrazione di accuratezza non sembra degli migliori.

venerdì 18 marzo 2011

Mettiamoci pure d'accordo

La libertà di opinione non si discute, ma ogni tanto qualche forma di controllo su come viene espresso tale diritto non sarebbe male.

Nella migliore delle ipotesi viene infatti da sorridere a vedere come vengono divultate alcune notizie o presunte tali, da diversi giornalisti, o presunti tali.

Fa uno strano effetto vedere come la stessa notizia, peraltro molto simile in tutti i casi e sospettosamente vicina al comunicato stampa, sia trattata in modo diametralmente opposto.

A maggior ragione, quando la stessa identica cifra ufficiale, almeno quella in un caso viene giudicata positiva, e nell'altro negativa. Comincia a sorgere il sospetto che il potere dei giornalisti presto riuscirà a ribaltare quella convizione forse obsoleta per cui la matematica non è un'opinione.