I primi tentativi potevano giocare sul fattore sorpresa. Anche se in realtà la richiesta di confermare i dati personali del proprio conto BancoPosta avanzata via email a uno che quel conto non l'aveva, qualche perplessità poteva sollevarla.
Perplessità che lasciavano il posto a certezze non appena si leggeva meglio il testo del messaggio oppure, anche per semplice curiosità, si andava a visitare il sito Web indicato. Il testo contenuto infatti, è di un italiano così approssimativo e sgrammaticato da sembrare francamente troppo anche per i dipendenti di un ex azienda pubblica.
Se i primi messaggi, infine, qualche dubbio lo potevano indurre, riceverne decine al giorno in una casella di posta in disuso da tempo rimuove qualsiasi incertezza sul fatto che si tratta di Phishing (quei subdoli tentativi di estorcere dati riservati, come per esempio quelli dell'home banking, attraverso siti Web 'doppioni' di quelli veri e l'invio di messaggi tanto allarmanti quanto ingannevoli).
L'ultimo che ho trovato però, li batte tutti. Evidentemente totalmente all'oscuro del mondo bancario (e postale italiano), il messaggio mi invita a confermare su un fantomatico sito Web di Poste Italiane i miei dati, così da ricevere un premio in denaro che, non si sa bene come, mi è stato assegnato.
Il già poco credibile messaggio di Banco Poste contiene però un'incongruenza ridicola, proprio perchè non salta all'occhio immediatamente. Ecco il testo:
BancoPosta premia il suo account con un bonus di fedeltà.
Il bonus le sarà accreditato nel prossimo mese.
Importo bonus vinto: 25,00
Commissioni: 1,00
Importo totale: 26,00
La preghiamo di andare al seguente form per confirmare:
A parte l'errore nell'ultima parola (ma forse proprio per rendere più attendibile il testo scritto da un presunto dipendente delle Poste), conoscendo la realtà italiana degli istituti di credito, la presenza di una commissione in effetti potrebbe rendere più credibile la situazione. Mi piacerebbe però sapere chi è disposto a calcolare una commissione addirittura in mio favore. E per giunta in aggiunta a un premio.
Chi lo sa, me lo segnali pure, che corro ad aprirci un conto. Ma non via Web.
Quasi tutti gli informatici tengono un blog. Troppi giornalisti si dedicano a un blog. Quale amenità aspettarsi da un giornalista che si occupa di informatica e decide di darsi al blog?
martedì 30 ottobre 2007
giovedì 25 ottobre 2007
Auto (poco)mobili a scuola
Oltre a preoccuparmi della batteria dei ricambio del pc portatile, a volte la mia attenzione è catturata da situazioni, all'apparenza un po' curiose. Per esempio, tutte le mattine, assolvendo al dovere di buon papà che accompagna la figlia a scuola (a piedi, anche se può sembrare strano), lungo il percorso si replica uno spettacolo ormai consolidato.
Di fianco ai marciapiedi nei pressi della scuola elementare, quando non sono colonizzati da automobili di ogni foggia e colore che costringono a camminare direttamente sulla provinciale, un corteo di macchine in movimento praticamente a passo di lumaca e lungo abbastanza da bloccare buona parte del paese, ha come punto nevralgico il punto esatto davanti al cancello scolastico.
Qua, il genitore, indifferentemente di sesso maschile o femminile, saldamente fermo al posto di guida e rigorosamente in mezzo alla strada, allunga il braccio destro in modo da aprire la portiera al figlio/a alunno/a seduto sul sedile davanti con zaino in spalla da quando è uscito/a da casa e abbondantemente imbottito anche in piena estate. Riuscendo a evitare spiacevoli infortuni muscolari grazie al lungo allenamento nel corso dell'anno scolastico, il genitore permette al pargolo di scendere e avviarsi verso la soglia dell'istituto.
Incurante di chi avesse la disgrazia di trovarsi alle spalle, rimane in attesa, con motore acceso e rigorosamente in mezzo alla strada, fino a quando il pargolo non scompare alla vista. Subito dopo la scena si ripete con l'equipaggio successivo. Naturalmente, guai a far notare che così facendo si blocca il traffico. Le risposte sono in genere ben oltre il limite della decenza, ma ben oltre quello dell'arroganza.
D'altra parte, anche chi opta per posteggio e copertura di un breve tratto a piedi riesce a rovinare la giornata a un sacco di gente. Per qualche strana ragione, i proprietari di macchine che per ingombro rasentano un piccolo pullman, ma che in genere trasportano poco più di un passeggero al giorno, si curano di lasciarle in modo da procurare il massimo disagio a innocui pedoni nelle circostanze, già visibilmente impegnati nello slalom necessario a evitare di calpestare resti organici di origine animale.
Un'altra cosa appare interessante. Buona parte dei genitori che mai rinucerebbeo al sacrosanto diritto di coprire mezzo isolato al bordo dell'adorata autovettura, consumando circa un paio di litri di carburante (inquinando in proporzione), per buona parte della giornata non avranno altro da fare, se non attendere l'orario di uscita.
Dopodichè, a fine giornata, si daranno appuntamento tutti quanti in palestra (rigorosamente in auto) per mantenere la forma e rimediare alle consguenze della vita sedentaria.
Di fianco ai marciapiedi nei pressi della scuola elementare, quando non sono colonizzati da automobili di ogni foggia e colore che costringono a camminare direttamente sulla provinciale, un corteo di macchine in movimento praticamente a passo di lumaca e lungo abbastanza da bloccare buona parte del paese, ha come punto nevralgico il punto esatto davanti al cancello scolastico.
Qua, il genitore, indifferentemente di sesso maschile o femminile, saldamente fermo al posto di guida e rigorosamente in mezzo alla strada, allunga il braccio destro in modo da aprire la portiera al figlio/a alunno/a seduto sul sedile davanti con zaino in spalla da quando è uscito/a da casa e abbondantemente imbottito anche in piena estate. Riuscendo a evitare spiacevoli infortuni muscolari grazie al lungo allenamento nel corso dell'anno scolastico, il genitore permette al pargolo di scendere e avviarsi verso la soglia dell'istituto.
Incurante di chi avesse la disgrazia di trovarsi alle spalle, rimane in attesa, con motore acceso e rigorosamente in mezzo alla strada, fino a quando il pargolo non scompare alla vista. Subito dopo la scena si ripete con l'equipaggio successivo. Naturalmente, guai a far notare che così facendo si blocca il traffico. Le risposte sono in genere ben oltre il limite della decenza, ma ben oltre quello dell'arroganza.
D'altra parte, anche chi opta per posteggio e copertura di un breve tratto a piedi riesce a rovinare la giornata a un sacco di gente. Per qualche strana ragione, i proprietari di macchine che per ingombro rasentano un piccolo pullman, ma che in genere trasportano poco più di un passeggero al giorno, si curano di lasciarle in modo da procurare il massimo disagio a innocui pedoni nelle circostanze, già visibilmente impegnati nello slalom necessario a evitare di calpestare resti organici di origine animale.
Un'altra cosa appare interessante. Buona parte dei genitori che mai rinucerebbeo al sacrosanto diritto di coprire mezzo isolato al bordo dell'adorata autovettura, consumando circa un paio di litri di carburante (inquinando in proporzione), per buona parte della giornata non avranno altro da fare, se non attendere l'orario di uscita.
Dopodichè, a fine giornata, si daranno appuntamento tutti quanti in palestra (rigorosamente in auto) per mantenere la forma e rimediare alle consguenze della vita sedentaria.
martedì 23 ottobre 2007
Batteria esausta=notebook da buttare?
Come un numero non trascurabile di persone, anch'io sono felice possessore di un pc portatile. Acquistato ormai qualche anno fa (poco più di 4 per la precisione), si è sempre comportato in maniera più che soddisfacente, nonostante i sistemi operativi e i programmi di Microsoft.
A tutt'oggi, svolge ancora in pieno il suo dovere ma, come tanti notebook, a una certa età ha un piccolo problema: la batteria.
Inizialmente superava tranquillamente il paio d'ore. Poi, con il passare del tempo, inevitabilmente ha cominciato a degradare lentamente, fino ad arrivare all'attuale mezz'ora circa.
Il problema non sarebbe tale se, come succede per altri ricambi (per sempio le cartucce di inchiostro per le stampanti), il produttore garantisse i la disponibilità per più di 3-4 anni da quando viene messo in vendita. Invece, nonostante il gentile interessamento di un conoscente direttamente in contatto con l'azienda, di una batteria di ricambio non c'è traccia, neppure negli anfratti di qualche magazzino.
Due a questo punto le soluzioni possibili: munirsi di prolunga di lunghezza sufficiente da garantire comunque un'accettabile autonomia ovunque, oppure dotarsi di mappa delle prese di corrente a uso pubblico (o consenziente) e pianificare i movimeni in base a questi.
Certo, si può sempre pensare di cambiare pc, ma non sembra la soluzione più intelligente, e soprattutto economica. E, se anche dovesse succedere per questa ragione, difficilmente la scelta ricadrebbe sulla stessa marca.
A tutt'oggi, svolge ancora in pieno il suo dovere ma, come tanti notebook, a una certa età ha un piccolo problema: la batteria.
Inizialmente superava tranquillamente il paio d'ore. Poi, con il passare del tempo, inevitabilmente ha cominciato a degradare lentamente, fino ad arrivare all'attuale mezz'ora circa.
Il problema non sarebbe tale se, come succede per altri ricambi (per sempio le cartucce di inchiostro per le stampanti), il produttore garantisse i la disponibilità per più di 3-4 anni da quando viene messo in vendita. Invece, nonostante il gentile interessamento di un conoscente direttamente in contatto con l'azienda, di una batteria di ricambio non c'è traccia, neppure negli anfratti di qualche magazzino.
Due a questo punto le soluzioni possibili: munirsi di prolunga di lunghezza sufficiente da garantire comunque un'accettabile autonomia ovunque, oppure dotarsi di mappa delle prese di corrente a uso pubblico (o consenziente) e pianificare i movimeni in base a questi.
Certo, si può sempre pensare di cambiare pc, ma non sembra la soluzione più intelligente, e soprattutto economica. E, se anche dovesse succedere per questa ragione, difficilmente la scelta ricadrebbe sulla stessa marca.
lunedì 22 ottobre 2007
Qui comincia l'avventura
Ciao
Probabilmente non se ne sentiva la mancanza. Ma in qualità di informatico e per giunta giornalista, esimersi da un blog era ormai diventata una scelta bizzarra.
Ecco così che probabilmente è arrivato il momento di lanciarsi nel magico mondo dei blog. Di cosa si parlerà da queste parti? In teoria di tutto. In pratica, di quello che può interessare. Magari nei campi dove il sottoscritto è in grado di scrivere cose sensate.
Va da sè che non saranno poi così tante. D'altra parte di cose senza senso ne esistono tante, soprattutto nel mondo dell'informatica, tra i giornalisti e tra i giornalisti informatici che scrivono un blog.
Quindi, perchè essere da meno?
Probabilmente non se ne sentiva la mancanza. Ma in qualità di informatico e per giunta giornalista, esimersi da un blog era ormai diventata una scelta bizzarra.
Ecco così che probabilmente è arrivato il momento di lanciarsi nel magico mondo dei blog. Di cosa si parlerà da queste parti? In teoria di tutto. In pratica, di quello che può interessare. Magari nei campi dove il sottoscritto è in grado di scrivere cose sensate.
Va da sè che non saranno poi così tante. D'altra parte di cose senza senso ne esistono tante, soprattutto nel mondo dell'informatica, tra i giornalisti e tra i giornalisti informatici che scrivono un blog.
Quindi, perchè essere da meno?
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