Di castronerie in Rete se ne trovano tante, ma questa mi ha colpito in modo particolare: prima di tutto perchè mi coinvolge in prima persona, ma anche perchè proviene da una fonte considerata autorevole. Si tratta di un articolo apparto sul sito de La Repubblica a firma di Giovanni Valentini.
Vanno piano, pianissimo. Ma sono comunque un pericolo pubblico. Parliamo dei camper, caravan e roulotte che marciano in colonna. Uno dietro l'altro, in fila indiana, di conserva. Rallentano il traffico pericolosamente, intasano la sede stradale o la corsia autostradale, costringono gli automobilisti a "uscire" per tentare sorpassi spesso azzardati, al limite della disperazione. Sono come le carovane dei pionieri nel mitico Far West. Forse hanno paura di perdersi nel deserto d'asfalto. Oppure, di restare circondati dalle macchine. Eppure, a bordo, in genere non manca niente: dalla cucina al letto, dal w. c. alla televisione.
Anche se fosse, potrebbero sempre fermarsi in una piazzola di parcheggio e sopravvivere in autonomia. E invece, no. Non mantengono quasi mai le distanze di sicurezza e non consentono quindi a nessuno di infilarsi tra un veicolo e l'altro, per poterli superare più agevolmente. Soprattutto in salita, viaggiano praticamente a passo d'uomo.
E il peggio è che, a differenza delle colonne militari o dei "trasporti speciali", non espongono neppure un cartello per segnalare l'ostacolo in movimento. "Achtung, camper in marcia!", dovrebbero almeno scrivere sul retro. Ma forse basterebbe che rispettassero il codice della strada, per distanziarsi l'uno dall'altro e lasciare lo spazio a chi vuole superare.
Parlare male di un collega è sempre poco simpatico, ma l'idea di fare parte della stessa categoria del sig. Valentini al quale in qualche modo essere assimilato come giornalista mi provoca un certo disturbo.
Nella piena libertà di liquidare la replica come dofesa d'ufficio vorrei comunque precisare alcune cose.
Prima di tutto. Trovo assurdo l'articolo nel suo insieme. Un attacco indiscriminato e cieco a una categoria, degno del qualunquismo della peggior specie. Accusandola di che cosa? Di andare troppo piano (anche) sulle corsie di destra delle autostrada e rispettare il limite di velocità!
Leggendo questo delirio mi vengono in mente le innumerevoli volte in cui, alla guida del camper sulla corsia più a destra dell'autostrada (obbligo prescitto dal Codice della Strada per tutti i veicoli, auto comprese) provo a tenere la distanza di sicurezza dal mezzo precedente. L'impresa non è facile, perchè ripetutamente all'improvviso ci si rtirova infilata tra il proprio mezzo e quello che precede un'auto impegnata a sorpassare a destra una macchina che non si sposta dalla corsia centrale, oppure preoccupata di infilare la rampa di uscita all'ultimo metro utile o inserirsi nella corsia a tutti i costi prima del camper con una brusca acelerazione a filo di gard-rail.
Pensavo inoltre che, alla guida di un mezzo da 35 quintali, viaggiare intorno ai 90 Km/h fosse prima di tutto una questione di sicurezza, ma ora scopro come invece sia molto più sicuro viaggiare (magari a bordo di un bel SUV che pesa quasi quanto un camper) a 160 Km/h a zig-zag o incollati al paraurti del malcapitato di turno a sua volta impegnato in un sorpasso ma colpevole di rispettare il limite di velocità.
In montagna in particolare, per un camper viaggiare alle velocità desiderate dal simpatico automobilista sarebbe estremamente pericoloso, sia per i passeggeri sia per i veicoli che si trovano vicino. Certo, non tutti i camperisti sono così sensibili da capire che ogni tanto è meglio fermarsi a lasciar passare la coda, ma è altrettanto vero che mentre all'estero le auto seguenti si fanno in quattro per ringraziare, in Italia ti guardano storto per aver osato rallentare la tabella di marcia. Tra l'altro, vorrei approfittare per ricordare a tanti automobilisti che viaggiare incollati a un camper significa non poter essere visti negli specchietti retrovisori.
Non ci sono dubbi circa la presenza di indiscilplinati o semplicemente poco educati anche tra i camperisti, ma viene da chiedersi allora quali crociate bisognerebbe lanciare contro tutti gli automobilisti partendo dal presupposto che alcuni di loro (potrei dire quasi tutti ma non è il caso di abbassarsi allo stesso livello) ignorano i limiti di vlocità, hanno dimenticato il significato di precedenza (quando si tratta di rispettarla) e sono proprio gli ultimi a poter parlare di distanza di sicurezza.
Mi piacerebbe infine togliermi una curiosità: non stiamo parlando per caso dello stesso giornalista che qualche tempo fa se l'è presa contro le strisce pedonali? Nell'unico Paese considerato civile dove il pedone si trova in imbarazzo davanti alla macchina che rispetta il passaggio pedonale, spiegherebbe tutto.
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