Probabilmente era l'obiettivo desiderato: riuscire finalmente a provocare la risposta di un nutrito numero di lettori per almeno due motivi. Primo: sentirsi importante, secondo poter ribadire il proprio pensiero facendo finta di apparire accondiscendente.
Dopo l'inquietante attacco alla categoria dei camperisti su Repubblica.it, il signor Valentini ritorna a farsi vivo. Il forum aperto sulla testata ha prodotto più che altro una serie di scaramucce utili soprattutto ai più arrogranti tra gli automobilisti e i più permalosi tra i camperisti per accusarsi a vicenda. Essendo i camperisti in netta minoranza e generalmente persone più miti, alla fine dei conti i gradassi della strada hanno avuto l'occasione di mettersi in mostra più o meno come quando viaggianono a tutta velocità inchiodati sulla corsia più a sinistra dell'autostrada. Preferibilmente a pochi centimetri dal paraurti del malcapitato di turno impegnato in un regolare sorpasso, ma anche quando l'autostrada è deserta. Comportamento questo tipico del Sinistroide, soggetto tanto curioso quanto da tenere a debita distanza.
La replica di Valentini è un capolavoro di contorsionismo:
Voglio scusarmi pubblicamente con i camperisti italiani. O meglio, con quelli che marciano in colonna, uno dietro l'altro, senza rispettare le distanze di sicurezza previste dal Codice della strada. Si sono sentiti offesi da un mio precedente "Contromano" in cui li definivo un pericolo pubblico. E me ne dispiace sinceramente. Non intendevo offendere nessuno. Né tantomeno mettere sotto accusa o criminalizzare in blocco tutto il popolo dei camper, delle roulotte e dei caravan.
In nome della sicurezza stradale, loro e anche nostra, contestavo (e continuo a contestare, con il conforto peraltro di tanti automobilisti) la cattiva abitudine di coloro che viaggiano in fila indiana, uno attaccato all'altro, rallentando così il traffico e mettendo a repentaglio la circolazione. È vero che il Codice stradale, all'articolo 149, non indica distanze di sicurezza prestabilite e si limita a prescrivere genericamente che "durante la marcia i veicoli devono tenere, rispetto al veicolo che precede, una distanza di sicurezza tale che sia garantito in ogni caso l'arresto tempestivo e siano evitate collisioni con i veicoli che precedono".
Ma è pur vero che spesso le carovane di camper, soprattutto nei tratti a corsia unica e sulle strade di montagna, viaggiano tanto lentamente da rischiare di provocare incidenti anche tra i veicoli che seguono e magari cercano di superare legittimamente il "serpentone". La colpa principale, dunque, è del Codice che si rifugia in formule approssimative e pilatesche. Ma comunque un po' di buon senso non guasterebbe. E in ogni caso, per difendere il proprio sacrosanto diritto alle vacanze, non si può negare il diritto altrui a lavorare, esprimendo liberamente le proprie opinioni.
Tra le iniziali frasi di circostanza e il tanto enigmatico quanto indecifrabile finale, è racchiuso un prezioso ragionamento che di fatto non sposta la questione di una virgola. In sostanza, camper, roulotte e caravan (a questo punto, o aggiungiamo autocarvan o dall'alto della sua competenza l'autore ci illustra la differenza tra caravan e roulotte, dato che ci tiene a dimostrarsi molto preparato), quando si muovono in fila indiana uno attaccati all'altro alla velocità massima di 90Km/h sono un pericolo pubblico.
Fermo restando che faccio sempre fatica a capire come il pericolo pubblico arrivi da chi viaggia a 90 Km/h e non da chi invece ama zigzagare intorno ai 190Km/h tra una telefonata e l'altra, sarà che personalmente in famiglia amiamo viaggiare da soli, sarà magari un pizzico di sfortuna, fatto sta che di carovane del genere in vita mia ne avrò viste un paio: una in colonna all'ingresso del posteggio di un noto parco sul lago di Garda e l'altra nel bel mezzo di un imbottigliamento per incidente (tra due auto, meglio precisare). Molto più di frequente capita invece di imbattersi per esempio in rumorosi trenini i cui vagoni sono composti da autovetture in estasi da matrimonio durante il trasferimento tra il pegno della cerimonia e l'ambìto traguardo del ristorante. Trenini nei quali trovarsi in mezzo diventa un'avventura, perchè spesso quando il primo decide di superare, allora devono farlo per forza tutti gli altri nel giro di poche centinaia di metri. E i mezzi provenienti dall'altra direzione o quelli colpevoli di fare la stessa strada rappresentano nient'altro che ostacoli dei quali liberarsi con qualsiasi manovra, meglio se azzardata.
Utile inoltre sottolineare come qualsiasi autista di camper credo ci metta poco a capire che la massa più elevata rispetto a una vettura richiede spazi di frenata ben più ampi e di conseguenza la distanza di sicurezza sia maggiore. A meno di tendenze autolesioniste, di solito un camperista questo l'ha fissato bene in mente dalla prima volta in cui si è trovato a frenare all'improvviso per evitare un impatto con il 'lavoratore' di turno convinto di doversi infilare a tutti costi davanti al temuto camper. Il tutto solitamente per un sorpasso a destra piuttosto che per risparmiare almeno un paio di secondi svoltando a destra o imboccando la rampa di uscita un istante dopo aver affermato il proprio diritto divino di precedenza e non subire l'onta di accodarsi come un comune mortale costretto a rispettare il Codice della Strada. Lo stesso Codice chiamato però in causa quando fa comodo.
Ma, d'altra parte, tutto diventa chiaro con la frase di chiusura. Quel per difendere il proprio sacrosanto diritto alle vacanze, non si può negare il diritto altrui a lavorare, la dice lunga sul vero sentimento probabilmente alla base di tutta la questione. Che ognuno tiri le proprie conclusioni e, chi avesse voglia, le aggiunga liberamente di seguito.
Dopo l'inquietante attacco alla categoria dei camperisti su Repubblica.it, il signor Valentini ritorna a farsi vivo. Il forum aperto sulla testata ha prodotto più che altro una serie di scaramucce utili soprattutto ai più arrogranti tra gli automobilisti e i più permalosi tra i camperisti per accusarsi a vicenda. Essendo i camperisti in netta minoranza e generalmente persone più miti, alla fine dei conti i gradassi della strada hanno avuto l'occasione di mettersi in mostra più o meno come quando viaggianono a tutta velocità inchiodati sulla corsia più a sinistra dell'autostrada. Preferibilmente a pochi centimetri dal paraurti del malcapitato di turno impegnato in un regolare sorpasso, ma anche quando l'autostrada è deserta. Comportamento questo tipico del Sinistroide, soggetto tanto curioso quanto da tenere a debita distanza.
La replica di Valentini è un capolavoro di contorsionismo:
Voglio scusarmi pubblicamente con i camperisti italiani. O meglio, con quelli che marciano in colonna, uno dietro l'altro, senza rispettare le distanze di sicurezza previste dal Codice della strada. Si sono sentiti offesi da un mio precedente "Contromano" in cui li definivo un pericolo pubblico. E me ne dispiace sinceramente. Non intendevo offendere nessuno. Né tantomeno mettere sotto accusa o criminalizzare in blocco tutto il popolo dei camper, delle roulotte e dei caravan.
In nome della sicurezza stradale, loro e anche nostra, contestavo (e continuo a contestare, con il conforto peraltro di tanti automobilisti) la cattiva abitudine di coloro che viaggiano in fila indiana, uno attaccato all'altro, rallentando così il traffico e mettendo a repentaglio la circolazione. È vero che il Codice stradale, all'articolo 149, non indica distanze di sicurezza prestabilite e si limita a prescrivere genericamente che "durante la marcia i veicoli devono tenere, rispetto al veicolo che precede, una distanza di sicurezza tale che sia garantito in ogni caso l'arresto tempestivo e siano evitate collisioni con i veicoli che precedono".
Ma è pur vero che spesso le carovane di camper, soprattutto nei tratti a corsia unica e sulle strade di montagna, viaggiano tanto lentamente da rischiare di provocare incidenti anche tra i veicoli che seguono e magari cercano di superare legittimamente il "serpentone". La colpa principale, dunque, è del Codice che si rifugia in formule approssimative e pilatesche. Ma comunque un po' di buon senso non guasterebbe. E in ogni caso, per difendere il proprio sacrosanto diritto alle vacanze, non si può negare il diritto altrui a lavorare, esprimendo liberamente le proprie opinioni.
Tra le iniziali frasi di circostanza e il tanto enigmatico quanto indecifrabile finale, è racchiuso un prezioso ragionamento che di fatto non sposta la questione di una virgola. In sostanza, camper, roulotte e caravan (a questo punto, o aggiungiamo autocarvan o dall'alto della sua competenza l'autore ci illustra la differenza tra caravan e roulotte, dato che ci tiene a dimostrarsi molto preparato), quando si muovono in fila indiana uno attaccati all'altro alla velocità massima di 90Km/h sono un pericolo pubblico.
Fermo restando che faccio sempre fatica a capire come il pericolo pubblico arrivi da chi viaggia a 90 Km/h e non da chi invece ama zigzagare intorno ai 190Km/h tra una telefonata e l'altra, sarà che personalmente in famiglia amiamo viaggiare da soli, sarà magari un pizzico di sfortuna, fatto sta che di carovane del genere in vita mia ne avrò viste un paio: una in colonna all'ingresso del posteggio di un noto parco sul lago di Garda e l'altra nel bel mezzo di un imbottigliamento per incidente (tra due auto, meglio precisare). Molto più di frequente capita invece di imbattersi per esempio in rumorosi trenini i cui vagoni sono composti da autovetture in estasi da matrimonio durante il trasferimento tra il pegno della cerimonia e l'ambìto traguardo del ristorante. Trenini nei quali trovarsi in mezzo diventa un'avventura, perchè spesso quando il primo decide di superare, allora devono farlo per forza tutti gli altri nel giro di poche centinaia di metri. E i mezzi provenienti dall'altra direzione o quelli colpevoli di fare la stessa strada rappresentano nient'altro che ostacoli dei quali liberarsi con qualsiasi manovra, meglio se azzardata.
Utile inoltre sottolineare come qualsiasi autista di camper credo ci metta poco a capire che la massa più elevata rispetto a una vettura richiede spazi di frenata ben più ampi e di conseguenza la distanza di sicurezza sia maggiore. A meno di tendenze autolesioniste, di solito un camperista questo l'ha fissato bene in mente dalla prima volta in cui si è trovato a frenare all'improvviso per evitare un impatto con il 'lavoratore' di turno convinto di doversi infilare a tutti costi davanti al temuto camper. Il tutto solitamente per un sorpasso a destra piuttosto che per risparmiare almeno un paio di secondi svoltando a destra o imboccando la rampa di uscita un istante dopo aver affermato il proprio diritto divino di precedenza e non subire l'onta di accodarsi come un comune mortale costretto a rispettare il Codice della Strada. Lo stesso Codice chiamato però in causa quando fa comodo.
Ma, d'altra parte, tutto diventa chiaro con la frase di chiusura. Quel per difendere il proprio sacrosanto diritto alle vacanze, non si può negare il diritto altrui a lavorare, la dice lunga sul vero sentimento probabilmente alla base di tutta la questione. Che ognuno tiri le proprie conclusioni e, chi avesse voglia, le aggiunga liberamente di seguito.