Da quello che ho avuto modo di vedere di persona, sono pochi, forse meno, i Paesi al mondo dove i bambini vengono accuditi come in Italia. La volontà smisurata di proteggere i propri pargoli a volte però rasenta l'assurdo.
E' sufficiente frequentare i dintorni di scuole, asili o di un parco giochi per rendersene conto, ma anche i luoghi pubblici come i centri commerciali si rivelano interessanti.
Per esempio, in qualsiasi giorno dell'anno, a qualsiasi latitudine, sarà facile trovare un bambino italiano richiamato dalla mamma/papa/nonna/nonno/zia per invitarlo/obbligarlo a indossare un maglione/felpa/giubbotto/giacca a vento.
In particolare, l'invito sarà tanto più pressante tanto più la giovane cavia si troverà sudata come conseguenza dal movimento frenetico tipico dell'età. Sempre per tutelare la salute, spesso è dura a morire il curioso invito di "non bere perchè sei sudato".
Una bizzarra variante, che incuriosice molto gli stranieri che frequentano i nostri luoghi, è l'invito esplicito: "copriti che c'è aria". In una zona particolarmente favorita da nebbia e smog sembrerebbe infatti lecito attendersi invece un atteggiamento più accondiscendente verso queste brezze minacciose.
Altrettanto curiosa appare la consuetudine a voler rimpinzare i pargoli con qualsiasi genere di sostentamento, anche al costo di ridurli obesi prima ancora che siano in grado di masticare.
I risultanti giovani fagotti ben piantati e altrettanto sudati a volte sembrano tanti piccoli astronauti, ma raramente si rendono conto di essere vittime di un bizzarro controsenso.
Non appena montati in macchina infatti, i genitori/nonni dimenticheranno subito qualsiasi istinto di protezione, mutando ogni sentimento protettivo in incoscienza totale. La quasi scontata usanza di non prendere neppure in considerazione la possibilità di usare gli appositi seggiolini e tantomeno le relative cinture è niente rispetto a come il passeggero esibisce con orgoglio il fanciullo sul sedile anteriore, possibilmente in piedi con le mani appoggiate al cruscotto.
Forse un esperimento scientifico per verificare la capacità di un giovane cranio di resistere agli impatti contro il parabrezza? Oppure una prova di forza per le mani del passeggero da adibire all'occorrenza a presa d'acciaio (fuso, come la sua testa)? In realtà, la vera ragione potrebbe essere collegata al precedente desiderio di satollare il giovane: all'occorrenza si rivelerà più efficace di un airbag. E senza bisogno di andare in officina per la ricarica. Così sarà scongiurato pericolo che diventi un bamboccione.
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